Il futuro della rete
Wikipedia mantiene ‘oscurata’ la propria home. Incertezza sull’esito della votazione
Attesa per oggi la decisione del Parlamento europeo sul controverso pacchetto di riforme sul copyright e condivisione online: fra libertà d’espressione e tutela dei diritti, che cosa c’è davvero in gioco?
Il dibattito attorno alla votazione prevista oggi in seno al Parlamento europeo sulle nuove direttive sui diritti d’autore offre degli spunti interessantissimi di riflessione su delle tematiche con le quali noi tutti utenti della rete siamo confrontati quotidianamente (anche se l’ignoravamo finché non abbiamo trovato “oscurata” la home italiana di Wikipedia). Due in particolare le riforme che accendono la discussione: l’articolo 11 “link tax” e l’articolo 13 sul “copyright”. Nell’edizione dello scorso 20 giugno ‘The Guardian’ dedicava un ampio spazio all’argomento riportando una lettera sottoscritta da diverse personalità dell’ambito scientifico, accademico e imprenditoriale legate a internet e contrarie alle riforme (tra cui Tim BernersLee, inventore della world wide web). “Richiedendo alle piattaforme di prevedere filtri automatici per tutti i contenuti che s’intendono caricare online, l’articolo 13 fa un passo senza precedenti nella trasformazione di internet: da una rete aperta alla condivisione e all’innovazione, verso uno strumento per la sorveglianza automatica e il controllo degli utenti”. Se convivevamo già con questo sospetto, ora vi è un nuovo indizio che questo timore possa avverarsi. Altrettanto interessante l’aspetto evidenziato nel comunicato della Wikimedia Foundation: “I costi legati al vaglio preventivo dei contenuti che potrebbero violare le più ampie concezioni del copyright, probabilmente condurranno inoltre alla concentrazione della determinazione dei contenuti nelle mani di un numero limitato di piattaforme di grandi dimensioni”. Siamo giunti all’età della rete monopolistica? Per quanto riguarda invece la “tassa sul link”, ci sono dei pareri favorevoli alla sua applicazione come forma di tutela e riconoscimento al lavoro degli editori. I promotori della nuova direttiva sostengono di voler difendere il principio per cui il lavoro giornalistico che va in rete venga in qualche modo remunerato dalle grandi piattaforme che aggregano contenuti.
Fra libertà e controllo
Forse la domanda da porsi è se davvero la modifica della legislazione che regola le attività online avrà un effetto concreto sulla nostra “vita virtuale”. In una visione un po’ filosofica della questione, appare sintomatico come le premesse che hanno contraddistinto il web dalla sua nascita rischino di diventare, loro stesse, i presupposti che giustificano le eventuali nuove restrizioni. Controllo, sorveglianza, mancata libertà di espressione, concentrazione, accentramento… Le preoccupazioni che circondano la votazione di oggi non sono diverse da quelle che ci accompagnano giornalmente (anche se le ignoriamo finché non ci s’inciampa di fronte a scioperi, discriminazioni, licenziamenti, censura o altro).