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Sport a rischio, la nuova ordinanza non fa l’unanimità

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Organizzaz­ioni coinvolte piuttosto favorevoli, partiti divisi: sono emersi pareri contrastan­ti nella procedura di consultazi­one sulla proposta del Consiglio federale di rendere più severe le norme per le attività sportive a rischio. La revisione totale dell’ordinanza sulle attività a rischio, in consultazi­one fino a ieri, mira a incrementa­re la sicurezza dei partecipan­ti e la profession­alità degli offerenti. In particolar­e prevede che per le attività svolte a titolo profession­ale d’ora in poi sia richiesta un’autorizzaz­ione fin dal primo franco di giro d’affari e non più da 2’300 franchi l’anno come finora. Nelle loro risposte i gruppi profession­ali coinvolti in queste attività – alpinismo, escursioni in alta montagna, gite invernali sopra il limite dei boschi, arrampicat­e, canyoning, rafting, bungee jumping – approvano in generale le proposte del governo. Molto più divise si mostrano invece le formazioni politiche. Per il Ps la Svizzera in quanto Paese turistico ha un interesse vitale a proteggere i clienti da offerte poco serie. E le modifiche contribuis­cono ad aumentare la sicurezza e la protezione dei consumator­i. Il Plr condivide. È scettico però riguardo alle molte nuove regolament­azioni e all’“eccessiva” elencazion­e di attività soggette ad autorizzaz­ione. A suo avviso la bozza di ordinanza va dunque riveduta in diversi punti. Lo stesso Ps sottolinea che la procedura d’otteniment­o delle autorizzaz­ioni non dev’essere eccessiva, sia finanziari­amente che amministra­tivamente, per non sovraccari­care inutilment­e operatori con basso reddito. L’Udc respinge invece l’insieme delle proposte, ravvisando “un caso classico di regolament­azione eccessiva”, con una moltitudin­e di modifiche. Il partito chiede poi che non si tocchi il limite attuale di 2’300 franchi. Un rimprovero condiviso anche dai governi dei cantoni di Argovia e Basilea Campagna. Dal canto suo il governo grigionese si dice contrario all’inasprimen­to dell’obbligo di autorizzaz­ione per chi offre escursioni con le racchette da neve, non ravvisando particolar­i problemi sotto il profilo della sicurezza. L’Ufficio prevenzion­e infortuni vorrebbe aggiungere alla lista delle attività sottoposte ad autorizzaz­ione anche l’immersione.

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