Il sistema Salvini sull’asilo
Roma – Quelli che non respinge in mare, non si credano al sicuro. Matteo Salvini ha diramato una circolare a prefetti e presidenti delle commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale, sollecitando una restrizione delle maglie nella concessione dei permessi temporanei di soggiorno per motivi umanitari. Cercando di parare le critiche, il ministro italiano dell’Interno ha spiegato di aver chiesto “velocità e attenzione nel dare accoglienza a chi scappa veramente dalla guerra ma anche nel bloccare tutti coloro che non hanno diritto alla protezione”. Mentre “donne incinte e bambini” – grande cuore – potranno restare. Ma per non essere frainteso, Salvini ha annunciato lo spostamento di 42 milioni di euro dal capitolo accoglienza ai rimpatri. Con una spiegazione che non fa una piega: “La voce è sempre quella, immigrazione, ma c’è modo e modo di usare i fondi che stanno sotto quella voce”. La circolare parte dai numeri: sono 136mila le domande di asilo in trattazione, in crescita rispetto alle 130mila dello scorso anno. Per questo, Salvini pretende una riduzione dei tempi di esame delle istanze da parte delle 50 commissioni territoriali. Ma il punto chiave è la restrizione della quota dei richiedenti che ottengono il permesso di soggiorno per motivi umanitari: il 25% del totale nell’ultimo quinquennio. Dovrà spiegarlo al suo omologo tedesco Horst Seehofer, che ha annunciato di voler negoziare con l’Italia l’invio dei profughi registrati allo sbarco sulle sue coste. Con Seehofer, confida Salvini, “andremo d’amore e d’accordo”. Ma “prima di accogliere un solo richiedente asilo da altri Paesi europei, vogliamo avere impegni chiari” e “aspettiamo che gli altri Paesi si riprendano le decine di migliaia che avrebbero dovuto aver già preso”.