Altro veleno tra Londra e Mosca
Una coppia britannica contaminata dallo stesso agente nervino del caso Skripal Il Regno Unito pretende spiegazioni, la Russia vuole le scuse. Ancora inspiegata la presenza di Novichok dopo Salisbury.
Londra – La Russia ci deve spiegazioni. Il Regno Unito ci deve le scuse. L’avvelenamento di due persone nel Sud-ovest dell’Inghilterra con lo stesso agente nervino utilizzato nel marzo scorso per tentare di uccidere l’ex spia russa Serghiei Skripal e la figlia Yulia, ha riaperto la crisi tra Londra e Mosca. Lo scambio di accuse è stato originato da un nuovo avvelenamento attribuito a Novichok (di produzione russa), denunciato ad Amesbury, a soli 13 chilometri di distanza da Salisbury, dove vennero avvelenati gli Skripal. La polizia ha precisato che non è chiaro se ci sia un collegamento diretto, e le indagini sono ancora in corso, ma ha affidato il lavoro alla squadra antiterrorismo. I campioni della sostanza che ha avvelenato Dawn Sturgess e Charlie Rowley sono stati inviati al laboratorio militare di Porton Down, che si era già occupato dell’ex spia russa. Il governo britannico ha chiesto spiegazioni alla Russia, annunciando di volersi consultare con i propri alleati per individuare i provvedimenti nel caso sia accertato il suo coinvolgimento. Il Cremlino ha risposto dichiarandosi totalmente estraneo alla vicenda, offrendo la sua collaborazione nelle indagini e intimando a Downing Street di “smetterla con intrighi e giochetti con agenti chimici” e chiedere scusa “per tutto ciò che hanno fatto alla Russia”. Frizioni diplomatiche a parte, le comunità di Salisbury, dove il 4 marzo scorso furono quasi uccisi Skripal e la figlia, e di Amesbury temono la presenza del Novichok nell’area, benché il ministro degli Interni Sajid Javid abbia assicurato che non ci sono pericoli per la comunità e non ci sono altri contaminati oltre alla coppia ancora ricoverata in gravissime condizioni. Javid ha detto ai Comuni che se “i luoghi frequentati dagli Skripal sono stati decontaminati e sono quindi sicuri, allora vuole dire che la coppia è entrata in contatto con la sostanza tossica in un altro luogo”. Esclusa anche l’ipotesi che si sia trattato di un attacco pianificato proprio contro Dawn e Charlie, due persone che conducono una vita modesta, la polizia sta seguendo un’altra pista. La coppia, hanno spiegato gli investigatori, “è stata esposta all’agente nervino maneggiando un oggetto contaminato”. E ora si indaga per identificare la fonte della contaminazione. L’ipotesi più accreditata è che il nervino si trovasse in un contenitore sigillato rimasto dall’attacco agli Skripal, ma in un luogo diverso da quelli teatro dell’incidente. Ipotesi problematica, se dopo la bonifica operata da centinaia di agenti specializzati in tutta l’area di Salisbury è rimasto in circolazione altro veleno.