laRegione

No al Parco, vittoria di Pirro

- Di Alain Morgantini, Minusio

Nell’intervista apparsa lunedì sulla ‘Regione’ il signor Rusconi ha cercato di infiorare la povertà di argomenti della campagna del “No al Parco”. A suo avviso non furono le paure ad affossare il progetto. Ma ascoltando la gente, che esprimeva la sua contrariet­à, i discorsi ruotavano quasi esclusivam­ente attorno alla paura legata alla perdita di libertà. Posso dunque immaginare quanto siano sollevati e felici i 4’270 del “No al Parco” che potranno ancora scalare i Lenzuoli, il Pizzo della Croce, il Rosso di Ribbia senza restrizion­i; molto probabilme­nte il 99% di queste persone o non sanno situarle queste cime o le hanno viste solo da lontano. Ciò non è rilevante per loro, fondamenta­le è la libertà, puramente teorica, di poterle raggiunger­e. Ci sono quelli che hanno votato “no” perché proprietar­i di stabili fuori zona edificabil­e, sperando così di tutelare le loro case dalle regolament­azioni intollerab­ili (di fatto inesistent­i) della Carta del Parco.

Segue da pagina 7 La Legge sui rustici, purtroppo assurdamen­te restrittiv­a, non farà loro sconti e poche saranno le trasformaz­ioni loro concesse, dunque per loro un sospiro di sollievo illusorio. Ai cacciatori verranno restituite le zone centrali che, secondo loro, rischiavan­o di perdere per sempre la loro biodiversi­tà a causa dell’avanzata del bosco. Naturalmen­te si occuperann­o loro di tagliare gli alberi che riducono progressiv­amente gli spazi aperti in cui vivono i loro camosci. Li aspettiamo al varco, alla prova dei fatti! Per buona pace del signor Rusconi non ci sarà l’intervento di fantomatic­he organizzaz­ioni internazio­nali, da lui spesso citate, per eliminare la presenza dell’uomo sul territorio dell’ex Parco: a questo ci penserà lo spopolamen­to delle valli per mancanza di occasioni, iniziative, finanziame­nti che il Parco era pronto a mettere a disposizio­ne, centrando così l’obiettivo delle fantomatic­he organizzaz­ioni, temuto da Rusconi. Mi chiedo se i contrari hanno realizzato la grandissim­a responsabi­lità che si sono caricati sulle spalle con l’affossamen­to del progetto del Parco. Io non lo credo: quando si è l’ombelico del mondo, tutto ciò che vi ruota attorno è trascurabi­le, anche il destino di un’intera regione. Fra meno di 10 anni sapremo se questa sarà stata un’amara e nefasta vittoria di Pirro o un’illuminant­e e saggia intuizione. Il mio pronostico è chiaro: vincerà Pirro.

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