No al Parco, vittoria di Pirro
Nell’intervista apparsa lunedì sulla ‘Regione’ il signor Rusconi ha cercato di infiorare la povertà di argomenti della campagna del “No al Parco”. A suo avviso non furono le paure ad affossare il progetto. Ma ascoltando la gente, che esprimeva la sua contrarietà, i discorsi ruotavano quasi esclusivamente attorno alla paura legata alla perdita di libertà. Posso dunque immaginare quanto siano sollevati e felici i 4’270 del “No al Parco” che potranno ancora scalare i Lenzuoli, il Pizzo della Croce, il Rosso di Ribbia senza restrizioni; molto probabilmente il 99% di queste persone o non sanno situarle queste cime o le hanno viste solo da lontano. Ciò non è rilevante per loro, fondamentale è la libertà, puramente teorica, di poterle raggiungere. Ci sono quelli che hanno votato “no” perché proprietari di stabili fuori zona edificabile, sperando così di tutelare le loro case dalle regolamentazioni intollerabili (di fatto inesistenti) della Carta del Parco.
Segue da pagina 7 La Legge sui rustici, purtroppo assurdamente restrittiva, non farà loro sconti e poche saranno le trasformazioni loro concesse, dunque per loro un sospiro di sollievo illusorio. Ai cacciatori verranno restituite le zone centrali che, secondo loro, rischiavano di perdere per sempre la loro biodiversità a causa dell’avanzata del bosco. Naturalmente si occuperanno loro di tagliare gli alberi che riducono progressivamente gli spazi aperti in cui vivono i loro camosci. Li aspettiamo al varco, alla prova dei fatti! Per buona pace del signor Rusconi non ci sarà l’intervento di fantomatiche organizzazioni internazionali, da lui spesso citate, per eliminare la presenza dell’uomo sul territorio dell’ex Parco: a questo ci penserà lo spopolamento delle valli per mancanza di occasioni, iniziative, finanziamenti che il Parco era pronto a mettere a disposizione, centrando così l’obiettivo delle fantomatiche organizzazioni, temuto da Rusconi. Mi chiedo se i contrari hanno realizzato la grandissima responsabilità che si sono caricati sulle spalle con l’affossamento del progetto del Parco. Io non lo credo: quando si è l’ombelico del mondo, tutto ciò che vi ruota attorno è trascurabile, anche il destino di un’intera regione. Fra meno di 10 anni sapremo se questa sarà stata un’amara e nefasta vittoria di Pirro o un’illuminante e saggia intuizione. Il mio pronostico è chiaro: vincerà Pirro.