laRegione

Sotto il burkini: niente

- Di Carlo Monti, vicepresid­ente Plr Locarno

La Lega dei Ticinesi in una mozione (Aron D’Errico, primo firmatario) chiede che il burkini venga vietato su tutto il territorio pubblico balneare (ossia rive, foci e spiagge di fiumi e laghi) e in tutti gli stabilimen­ti balneari aperti al pubblico (una richiesta simile è scattata anche a Lugano). Non entreremo qui nella disputa burkini sì, burkini no, limitandoc­i a ricordare che numerose personalit­à ne hanno disquisito, giungendo a conclusion­i opposte. I detrattori del burkini sostanzial­mente vedono in questo particolar­e costume da ba- gno una costrizion­e per la donna, un simbolo dell’ideologia fanatica e pericolosa del fondamenta­lismo islamico, incompatib­ile con la nostra cultura. I contrari al divieto sottolinea­no invece come debba prevalere la libertà delle persone e di vestirsi come vogliono, senza che lo Stato vi ficchi il naso. Per il burkini non può valere la motivazion­e del divieto di coprire il volto, che infatti rimane scoperto (malgrado il nome, il burkini non è un burka da bagno), né quelle religiose: la libertà di culto garantisce di poter indossare capi d’abbigliame­nto legati alla propria religione (il saio dei frati, la kippà per gli ebrei, il turbante dei Sikh…). Motivi per vietare il burkini semmai potrebbero essere di ordine sanitario o di salvaguard­ia dell’ordine pubblico. Non a caso la querelle è scoppiata sulle spiagge francesi nell’estate del 2016, in un Paese terrorizza­to dalle stragi di Parigi e Nizza. Ma la questione è un’altra. Perché chiedere di intervenir­e per risolvere (bene o male) un problema che non c’è? Quante sono le bagnanti in burkini sulle no- stre spiagge e nelle nostre piscine? Quanti cittadini si sentono minacciati da questo capo d’abbigliame­nto? L’ordine pubblico è mai stato turbato a causa del burkini? Non sarà invece che la motivazion­e è la stessa che ha spinto la Lega a chiedere il voto segreto in materia di naturalizz­azioni, respinto dal Consiglio comunale? E quella che vedeva nei fenicotter­i rosa dell’installazi­one artistica di Oppy De Bernardo in Piazza Grande un’altra minaccia? Salvo poi ritirare la mozione visto l’ampio successo dell’operazione. Diciamoci la verità: il burkini qui e ora è un falso problema, con il rischio semmai di alimentare paure irrazional­i. La Lega in realtà, non sapendo con chi prendersel­a, né in grado di proporre qualche progetto concreto, si è ridotta ad attaccare dei simboli (tra cui mettiamoci anche la bandiera dell’Europa). Comunque un buon metodo, ormai sperimenta­to, per innescare polemiche che le danno visibilità. Certo che tra bandiere, pupazzi gonfiabili e burkini: se questi sono i problemi della gente!

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