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Tessera unica per lo sci: l’idea resta

Dopo il flop di ‘Inverno in tasca’, si cercano soluzioni. Frapolli: ‘Lavoreremo per un nuovo accordo, ma ad altri prezzi’.

- Di Daniel Ritzer

‘Inverno in tasca’ non ha raccolto le 25mila adesioni ritenute necessarie a fare decollare l’iniziativa. «Purtroppo non ce l’abbiamo fatta – si lamenta Eros Mercolli, presidente dell’associazio­ne promotrice –. Ci sono diversi fattori che hanno impedito il raggiungim­ento del nostro traguardo, ci prendiamo del tempo per valutarli. Giunti a quota 11mila a fine giugno, la decisione di non procedere con questa promozione è stata presa dai proprietar­i degli impianti». Il progetto, presentato a febbraio, prevedeva un abbonament­o unico per i principali impianti di risalita del cantone (stagionale a 199 franchi per gli adulti) e contava sull’appoggio di circa cinquanta Comuni. Inoltre erano previsti sconti in alcuni negozi di sport e agevolazio­ni in altri centri sciistici in Svizzera. L’auspicio, da parte degli ideatori, era anche dare una spinta alle attività delle regioni di montagna, grazie al beneficio economico che potevano trarre i piccoli commercian­ti. Ma perché non partire comunque? «Non sarebbe sostenibil­e finanziari­amente, soprattutt­o per i centri più grossi – risponde Giovanni Frapolli, titolare degli impianti di Bosco Gurin –. A questa tariffa, e con un numero di partecipan­ti inferiore ai 25mila, sarebbe stato penalizzan­te». Nessun accordo in vista, dunque... «Noi (intesi Airolo, Bosco Gurin, Cari, Campo Blenio e Nara, ndr) siamo convinti che la strada imboccata, grazie allo spunto dato da ‘Inverno in tasca’, sia quella giusta. Ora ci tocca valutare nuove forme di collaboraz­ione, per assicurarc­i un’affluenza sufficient­e durante la prossima stagione sciistica». Quindi? «Riprendere­mo il dialogo a settembre per rilanciare l’idea di una tessera valida per i principali centri del Ticino. Probabile che cambino un po’ le cifre...». Ergo: l’eventuale stagionale costerà più di 200 franchi. L’obiettivo rimane la copertura dei costi di gestione degli impianti. Le società dovranno trovare soluzioni per fronteggia­re una situazione delicata, viste le difficoltà riscontrat­e negli ultimi anni (non da ultimo per la mancanza di neve).

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