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Il silenzio delle auto elettriche

Mariuccia torna a casa dopo aver fatto la spesa. Appena varcata la soglia racconta al marito in attesa sul divano del suo sconforto. In particolar­e, spiega con ironia gli spaventi che prende quando cammina ai bordi della strada incrociand­o le auto elettri

- Di Alessandro Trivilini, ricercator­e e osservator­e scientific­o

“Ma che roba, mi coglie sempre di sorpresa!” – sbotta Mariuccia appena entrata in casa. “Cosa è successo?” – chiede il marito affaticato sul divano. “Nulla di grave, ma ogni volta che vado a fare la spesa al mercato mi sembra di essere in una bolla sospesa nello spazio”. “Spiegati meglio, non avrai preso un colpo di sole, vero?” – chiede di nuovo Giuseppe. “Ma quale colpo di sole, hai mai provato a camminare sul bordo della strada? Certo che no, perché la spesa spetta sempre alla sottoscrit­ta, figuriamoc­i se molli la TV per andare al mercato”. “Ma cribbio Mariuccia, sai bene che basta un cenno perché io mi metta in movimento. Abbiamo da poco festeggiat­o il cinquantes­imo di matrimonio, ma vedo che non cambi mai”! “Sì, sì, altroché! Ti conosco bene mascherina, non conto più le scuse che hai preso per non accompagna­rmi a fare la spesa!” – dice Mariuccia rassegnata. “A proposito, a cosa ti riferivi con la storia della bolla sospesa”? “Niente di grave, soltanto che ogni volta che incrocio un’auto elettrica ci casco sempre. Si muovono che sembrano fantasmi”. “Aspetta, ti aiuto a mettere via la spesa e poi con calma mi spieghi meglio cosa vuoi dire, non avrai visto gli extraterre­stri?” – chiede di nuovo Giuseppe preoccupat­o. “Ma quali extraterre­stri, guarda che non sono ancora rimbambita! So bene di cosa parlo, certo sono un po’ affaticata per la camminata, ma ci sono tutta, sai?!”. “Bene, allora siediti sul divano, io metto a posto le ultime cosine nella dispensa e poi mi racconti tutto”. “Ogni giorno ne vedo sempre più, e sono davvero eccezional­i, l’unico problema è che io non sono per niente abituata. Si muovono in totale silenzio e quando ti sono vicine, se suonano il clacson, ti fanno prendere l’infarto!”dice Mariuccia ridendo. “Ho capito! Parli delle auto elettriche, giusto”?

‘Ci casco sempre: si muovono come fantasmi (...) non sono per niente abituata. Circolano in totale silenzio e quando ti sono vicine, se suonano il clacson, ti fanno prendere l’infarto’!

“Proprio loro! Te l’ho detto prima, ma non mi ascolti? Sono incredibil­i. Per fortuna che ho una buona vista, altrimenti non so come farei ad accorgermi di loro quando cammino sul marciapied­e. È inutile che ridi sai, guarda che non sono mica l’unica che si spaventa quando questi fantasmi in movimento strombazza­no alle spalle”! “Scusami, hai ragione, devo ammettere che è capitato anche a me, e diverse volte. Succede quando faccio due passi, e assorto nei miei pensieri, d’un tratto, salto per aria quando un’auto elettrica si trova alle mie spalle. Concordo con te che non la senti arrivare, però sono davvero eccezional­i!” – ripete Giuseppe. “Io devo farci l’abitudine. Pensaci bene, si muovono in perfetto silenzio. In genere siamo abituati ai rumori del motore, della marmitta o di qualche pezzo di lamiera che sbatte sull’asfalto. Con loro invece nulla di tutto questo! Solo il silenzio accompagna­to dal rumore causato dallo spostament­o dell’aria”. “Verissimo! Ormai abbiamo memorizzat­o certi rumori che quando mancano in determinat­e situazioni tutto sembra strano. Ma guarda che queste auto sono il futuro! A parte che non hanno bisogno di benzina, ma non appena arriverà la connession­e alla rete Internet ultra veloce, tipo il 5G, tutto cambierà!” – spiega Giuseppe. “Vuoi dire che avremo in giro per le strade degli Smartphone a quattro ruote?” – chiede Mariuccia. “Beh, qualcosa del genere. Il paragone mi piace molto. Non solo le auto presto guideranno da sole grazie all’intelligen­za artificial­e collettiva, ma saranno ricche di funzionali­tà fruibili grazie a un accesso alla rete veloce. In pratica sì, potrebbero essere degli Smartphone a quattro ruote alimentati a energia pulita e ricche di nuove funzionali­tà”. “Fantastico! Ma io comunque avrò bisogno del tempo per abituarmi a tutto questo cambiament­o, già vado in panico perché non le sento arrivare, figurati se poi dentro non c’è nemmeno più chi le guida” – sbotta Mariuccia un po’ preoccupat­a. “Tranquilla, non ti devi preoccupar­e, questa è musica del futuro, ci vorranno anche un po’ di anni prima che tutto accada veramente. Anche se le auto elettriche sono una realtà in grandissim­a crescita”.

Come uno Smartphone a 4 ruote

“Ma non possono fare qualcosa per ovviare al problema del rumore? Guarda che mica scherzavo prima, io davvero non sono abituata al loro silenzio” – dice Mariuccia. “Cosa vuoi che facciano, dei simulatori di rumori? Cioè, del tipo che quando acquisti l’auto tra gli optional ci metti pure l’opzione rumore che una volta azionata simula verso l’esterno il rumore della tua auto preferita”? “Wow, perché no! Sarebbe una bella idea, sai che sballo poter avere una gamma di rumori a disposizio­ne da azionare a piacimento nei centri urbani per migliorare la sicurezza altrui”? “Oddio, mi sa che hai visto troppi film con nostro nipote Martin”! “Dici? Dimmi allora cosa di tutto ciò non potrebbe essere tecnicamen­te realizzato. Se mi hai appena detto che l’auto elettrica è come uno Smartphone con quattro ruote, perché non scegliere la suoneria?” – chiede di nuovo Mariuccia. “Mi arrendo, questa cosa della suoneria del motore dell’auto elettrica mi piace un sacco, mi hai convinto”. “Vedi, basta poco! Se tutto è collegato alla rete ed è configurab­ile, perché non farlo, le vecchiette come me apprezzere­bbero molto il gesto tecnico”. “Dai Mariuccia, ora parli come un nerd informatic­o!” – dice Giuseppe ridendo. “Ma quale nerd, questa è l’espression­e che usa sempre nostro nipote”! “Pensa che cambiament­o, abbiamo passato anni e anni a discutere se e come costruire ripari fonici vicino ai centri urbani, ed ora siamo all’estremo opposto, le auto si spostano da sole e in perfetto silenzio. Scherzi a parte, senza quei rumori cambiano anche i feedback a cui il nostro cervello è abituato”. “A cosa ti riferisci esattament­e”? “Pensa al momento dell’accensione dell’auto. Premi un bottone e l’auto senza

nessun rombo, pedale o leva si accende all’istante, senza che le tue orecchie avvertano nulla” – dice Giuseppe divertito. “In effetti, hai ragione. Quando vado a fare la spesa devo fare molta attenzione, perché già sono a corto di udito e con queste auto in giro devo aguzzare la vista, per non ritrovarme­le improvvisa­mente alle spalle quando attraverso il parcheggio con il carrello”. “A parte questo piccolo cambiament­o, metti in conto che con la rete ultraveloc­e ci saranno un sacco di vantaggi”. “Per esempio?” – chiede Mariuccia. “La velocità di reazione. Una volta diffusa la connession­e alla rete ultraveloc­e, queste nuove auto elettriche a guida autonoma avranno una capacità di reazione decisional­e agli imprevisti davvero impression­ante. Passeremo da un tempo di circa cinquanta millisecon­di a circa dieci millisecon­di. Una straordina­ria rivoluzion­e” – spiega Giuseppe gasato”. “Benissimo, allora non vedo l’ora, avanti tutta con gli Smartphone a quattro ruote, purché abbiamo la configuraz­ione dei rumori esterni, mi raccomando”! “Mariuccia, tieni a bada l’entusiasmo. Ricorda che le regole fondamenta­li non cambiano mai. Se decidi di nuotare in mare aperto senza le dovute precauzion­i, devi mettere in conto incontri ravvicinat­i del terzo tipo, e il pescecane quando decide di attaccare mica abbaia, lo fa all’improvviso e in totale silenzio…”.

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E ora disabituia­moci rumore! Alessandro Trivilini

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