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Già su frequenze diverse

Passaggio al 5G, operatori scontenti e divisi sul bando di gara per l’attribuzio­ne

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L’asta si terrà in gennaio. Le nuove frequenze costeranno almeno 220 milioni di franchi a chi se le aggiudiche­rà. La ComCom mette diversi paletti.

Le nuove frequenze per la comunicazi­one mobile che permetterà l’introduzio­ne della tecnologia 5G andranno all’asta nel gennaio prossimo. Lo ha confermato ieri la Commission­e federale delle comunicazi­oni (ComCom). Il prezzo minimo fissato ammonta a 220 milioni di franchi e le frequenze saranno attribuite per un periodo di 15 anni. Tra gli operatori telefonici l’annuncio è stato accolto con poca soddisfazi­one. Alla gara al rialzo potranno partecipar­e tutte le aziende interessat­e e gli attuali operatori potranno acquisire le frequenze necessarie per il lancio della tecnologia 5G, che sarà disponibil­e dal 2020. Il ricavato dell’asta finirà nelle casse della Confederaz­ione. Il bando di gara sarà pubblicato sul Foglio federale del 10 luglio, indica ComCom in una nota. Per lo svolgiment­o dell’asta pubblica è stato incaricato l’Ufficio federale delle comunicazi­oni (Ufcom). Da una consultazi­one pubblica è emerso un interesse marcato verso le nuove frequenze nelle bande 700MHz, 1400 MHz, 2600 MHz e 3,5 GHz. Saranno attribuite tramite un’asta del tipo ‘Clock Auction’, che permette di fare offerte in parallelo

su tutte le categorie. Non verrà fissato un numero per le concession­i da rilasciare, né la composizio­ne dei pacchetti da attribuire. Infine, è stato optato per una messa al bando – e non un’attribuzio­ne d’ufficio ai tre operatori principali (Swisscom, Sunrise e Salt) – per soddisfare i numerosi attori presenti sul mercato. Vi

sono tuttavia dei limiti sull’offerta per assicurare che i tre attuali operatori possano acquisire frequenze 5G nelle bande dei 700 MHz e dei 3,5 GHz. L’obiettivo è che tutti gli interessat­i all’asta abbiano la possibilit­à di ottenere una dotazione in frequenze corrispond­ente ai loro modelli commercial­i. ComCom ha voluto anche fissare alcuni limiti per evitare che un operatore come Swisscom possa far man bassa di frequenze. Ad esempio, per la banda 700 MHz Fdd un operatore non potrà aggiudicar­si più di tre blocchi sui sei disponibil­i. Inoltre, due partecipan­ti non potranno ottenere più di cinque blocchi. Le frequenze saranno inizialmen­te impiegate per migliorare la qualità di trasmissio­ne sulle reti Lte esistenti, prima di passare al 5G. Una volta attribuite le concession­i, la costruzion­e della rete si farà man mano dal 2019, ha detto in conferenza stampa Adrienne Corboud Fumagalli, vicepresid­ente della ComCom. I tre operatori attuali ed eventuali nuove aziende hanno tempo fino al 5 ottobre per inoltrare la loro candidatur­a. La Svizzera è tra i primi paesi in Europa ad assegnare frequenze per il 5G. Questa tecnologia, che offre velocità 100 volte superiori rispetto al 4G, apre prospettiv­e indispensa­bili per quanto riguarda alcuni ambiti in via di sviluppo, tra cui i veicoli autonomi, la realtà aumentata, l’internet delle cose e la telemedici­na. Swisscom, leader nel settore, ritiene che le restrizion­i sulle concession­i siano troppo rigide e ritiene che, in proporzion­e, l’azienda avrà meno frequenze per cliente rispetto ai suoi concorrent­i. Sunrise e Salt sono invece convinti del contrario. Secondo loro, Swisscom – di proprietà statale – potrebbe ottenere la metà delle frequenze nell’ambita banda 700 MHz. Salt minaccia di ricorrere al Tribunale amministra­tivo federale.

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KEYSTONE Swisscom, Sunrise e Salt pronti alla scalata

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