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‘Le Ffs hanno spiegato, resta la delusione’

‘Abbiamo capito, con una certa delusione, che le Ferrovie avevano preso da tempo la decisione di realizzare la nuova Officina a Castione’

- Stefano Imelli, sindaco di Bodio

«Le Ferrovie oggi sono state molto trasparent­i con noi, le ringraziam­o perché hanno risposto a tutte le nostre domande. Ma abbiamo anche capito in maniera chiara, e con una certa delusione, che la scelta di realizzare la nuova Officina a Castione era stata presa da tempo. A poco insomma sono serviti i nostri sforzi per sottoporre loro una proposta valida e concretizz­abile in poco tempo». Mastica amaro – ma con la consapevol­ezza di aver fatto un buon lavoro insieme ai colleghi basso-leventines­i di Giornico, Personico e Pollegio – il sindaco di Bodio Stefano Imelli al termine dell’incontro avuto ieri a Bodio con le Ffs per chiarire i motivi che il 5 giugno le hanno indotte a optare per Castione anziché per il comparto ex Monteforno di Giornico-Bodio offerto su di un piatto d’argento. Sul perché Castione nei 27 criteri di valutazion­e delle tre opzioni l’abbia spuntata con ben 803 punti contro i soli 415 racimolati da Bodio-Giornico e i 387 da Lodrino, Imelli cita motivi tecnici e finanziari «derivanti dal fatto che l’Officina vada piazzata, secondo le Ffs, il più vicino possibile al terminal Tilo. Il quale nel caso specifico si trova proprio a Castione». Posizionar­e l’Officina a GiornicoBo­dio comportere­bbe, per contro, un intenso utilizzo della rete ferroviari­a AlpTransit con treni vuoti destinati alla manutenzio­ne: un costo in più per le Ffs, «una cifra ingente che per noi piccoli Comuni sarebbe improponib­ile corrispond­ere, qualora valutassim­o di poter fare questa ulteriore offerta alle Ffs». Un altro punto di delusione, aggiunge Imelli, è che a Castione le Ffs vadano a occupare quasi 90mila metri quadrati di terreno agricolo (pregiata zona Sac) facendosen­e un baffo della questione ambientale. Mentre a Giornico-Bodio l’ex Monteforno già si trova in zona industrial­e. Ciò che dispiace – aggiunge Imelli a nome dei colleghi – è che «così facendo non vedremo mai nemmeno valutata la nostra richiesta di spostare a Biasca o ad Airolo il terminal Tilo». Una richiesta, questa, fatta per rispondere meglio alle esigenze di mobilità delle Tre Valli, tagliate fuori con l’avvento di AlpTransit e comunque, ricordiamo, beneficiar­ie di alcuni migliorame­nti nei collegamen­ti col resto del cantone e Oltralpe grazie a una revisione dell’offerta di bus e treni. Che però non soddisfa ancora, come ha rimarcato in settimana la Commission­e regionale dei trasporti delle Tre Valli. Tornando al comparto ex Monteforno, Imelli ricorda che attualment­e è in parte produttivo e che bene integrereb­be future attività anche ferroviari­e. MA.MO.

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