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‘Volevo una figura femminile diversa’

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Stordita da un successo che davvero non si aspettava, Helena Janeczek, vincitrice del Premio Strega 2018, deve tutto al modo in cui ha saputo restituire la figura di Gerda Taro, la giovane, bella e coraggiosa fotoreport­er amata da Robert Capa, morta sul campo di battaglia a 26 anni, durante la Guerra civile spagnola. «Credo ci sia una gran voglia di scoprire storie che abbiano un lato di energia e gioia come quella che si trova nel mio libro. Sicurament­e c’è interesse per la fotografia, una particolar­e attenzione a un certo tipo di personaggi femminili e verso quegli anni che fanno da specchio al presente, che sono un’occasione per riflettere e misurare il passato e l’oggi» dice all’Ansa la Janeczek il giorno dopo la premiazion­e de ‘La ragazza con la Leica’ (Guanda) che ha trionfato con 196 voti. Un libro, costruito in tre parti, in cui la Taro viene raccontata da due uomini e una donna: due ex fidanzati e l’amica del cuore Ruth. Guanda e il Gruppo Gems hanno vinto il loro primo Strega, tornato dopo 15 anni nelle mani di una donna. «Per me era chiaro che non volevo fare una biografia che, per altro, esiste già. Il mio libro voleva essere più corale. Gerda mi ha infuso la sua energia. Avevo il piacere e il desiderio di misurarmi con una figura femminile diversa, che non corrispond­e a nessuno stereotipo. Gerda è razionale e fantasiosa, determinat­a e leggera fino alla frivolezza, altruista ma con lati opportunis­tici, seduttiva, ma a modo suo leale. Una donna estremamen­te desiderosa di indipenden­za che si è spesa fino alla morte per una causa di altri», racconta l’autrice nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, in Italia da oltre trent’anni (abita a Gallarate). Janeczek è ora pronta a ripartire con il tour Strega e nuove tappe in vista del Premio Campiello, di cui guida anche la cinquina: «Ho bisogno di un attimo di assestamen­to. Mi devo riequilibr­are. Non me lo aspettavo, non avrei mai creduto a una vittoria così». ‘La ragazza con la Leica’ ha venduto oltre 45mila copie dall’uscita nel settembre 2017. Tutto è partito da una mostra dedicata a Robert Capa, cui è seguito un lungo lavoro di documentaz­ione e ricerca in anni molto difficili per la Janeczek, in cui assisteva la madre malata. In fondo il fantasma della Taro ha aiutato la scrittrice in quel momento doloroso: «Ho immaginato soprattutt­o le prospettiv­e, le cose romanzesch­e più notevoli sono tutte documentat­e, nelle fonti».

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KEYSTONE Helena Janeczek

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