Fughe di notizie, la versione del Municipio
Dopo quella presentata (contro ignoti) per le rivelazioni sull’aeroporto, il Municipio... si difende
Sullo sfondo la vicenda del Lac, quando divenne di dominio pubblico l’inchiesta amministrativa. Anche allora venne chiamata in causa la Procura (che ha archiviato).
I fatti sono di stretta attualità: tre consiglieri comunali sono dovuti comparire presso il Ministero pubblico in seguito a una denuncia presentata (‘contro ignoti’ per violazione del segreto d’ufficio) dal Municipio di Lugano. Questo per una loro rivelazione, ovvero l’intenzione municipale di postergare il credito vantato nei confronti della Lugano airport Sa per salvare dal fallimento la stessa società che gestisce l’aeroporto di Agno. Dal momento che a Lugano le ‘fughe di notizie’ da Palazzo civico non sono infrequenti, cattivi pensieri hanno aleggiato su piazza Riforma. Perché questa volta il Municipio ha presentato una denuncia penale, e in altre no? O, per dirla con altre parole, ci sono fughe di notizie di serie A e di serie B? Questo il tema di una interrogazione presentata il 25 giugno da ben 18 consiglieri comunali di Plr, Ps e Verdi (prima firmataria Morena Ferrari Gamba) e intitolata “La gestione dell’amministrazione pubblica la facciamo sulla pubblica piazza?”. Nemmeno dieci giorni dopo, il Municipio ha trasmesso la sua risposta. L’esecutivo ammette qualche difficoltà nel coordinamento delle comunicazioni, “un compito delicato che non mette purtroppo al riparo dalle fughe di notizie, in particolare quando si trattano temi oggetto di controversia politica”. Viene però respinta l’accusa di ‘doppiopesismo’, in particolare riguardo alle due situazioni più calde, ovvero i bilanci dell’aeroporto, e l’apertura di un’inchiesta amministrativa nei confronti dei dirigenti del Lac, Lorenzo Sganzini e Michel Gagnon, finita “in piazza”.
Nuovo direttore alla Cultura
“Entrambe le situazioni sono state oggetto di una denuncia da parte del Municipio. Il Ministero pubblico in data 26 giugno 2018 ha deciso di sospendere il procedimento penale in quanto non risulta possibile identificare l’/gli autore/i della violazione. Il procuratore pubblico potrà riattivare d’ufficio l’istruzione qualora dovessero essere scoperti nuovi mezzi di prova o fatti che permettano di identificare l’autore”. E qui si innesca la vicenda del Lac, una questione di appalti che ha indotto alle dimissioni il direttore della Divisione cultura della Città, Lorenzo Sganzini. Era proprio necessaria una inchiesta amministrativa, e soprattutto, come è possibile che la stessa sia finita in pasto all’opinione pubblica?. “Il dovere di comunicazione del Municipio in caso di inchiesta amministrativa è nei confronti dei collaboratori interessati. Gli esiti
delle inchieste amministrative non sono quindi oggetto di comunicazione pubblica. Nella fattispecie vi è stata una fuga di notizie il medesimo giorno previsto per l’informazione agli interessati, a conclusione di tutta la procedura e una volta decise le misure da adottare. Una reazione tempestiva sul tema volta
a chiarire il contesto e i contenuti è stata veicolata tramite dichiarazioni ai media dall’On. Sindaco e dall’On. Capodicastero lo stesso giorno e nei giorni seguenti”. E a proposito di Sganzini, il Municipio conferma l’apertura di un concorso pubblico per la sua sostituzione, tema che era oggetto di una seconda interrogazione presentata dal gruppo leghista, secondo cui la figura sarebbe divenuta inutile dopo la creazione dell’ente autonomo del Lac. Le variegate attività culturali cittadine, risponde il Municipio, giustificano il mantenimento di un direttore.