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Salvati i 4 più deboli

Gli altri 8 baby calciatori thailandes­i e il coach dovrebbero uscire oggi dalla grotta

- Di Alessandro Ursic, Ansa

I primi ragazzi usciti ieri stanno bene, sono ricoverati in ospedale per evitare infezioni. Nell’operazione coinvolti 90 sub

Bangkok – Non si poteva attendere un minuto di più. Il cielo plumbeo incombeva con nuove piogge e nella grotta maledetta era ormai allarme ossigeno: alle 10 di domenica è partito così l’ordine dei soccorsi per andare a recuperare i 12 baby calciatori ed il loro coach, da due settimane intrappola­ti nel ventre della terra. E dopo 7 lunghissim­e ore le grida di gioia hanno spezzato l’ansia: dall’ingresso della grotta sono uscite le prime due barelle, dopo non molto altre due. I primi 4 ragazzini sono in salvo. E tra loro anche il più piccolo, di appena 11 anni. I sub, due per ogni ragazzo da recuperare, sono andati a prenderli e li hanno portati fuori. Stanno abbastanza bene, anche se per uno di loro – in condizioni serie ma non in pericolo di vita – è stato necessario il trasporto in eliambulan­za all’ospedale Prachanukr­oh di Chiang Rai, a oltre 60 chilometri. L’ottavo piano dell’ospedale è stato riservato a loro, e almeno per un giorno saranno tenuti in isolamento tra di essi ma anche dai genitori, per precauzion­e contro possibili infezioni. Ora si aspetta e si spera, tra l’ottimismo, per gli altri 9 del gruppo, compreso l’allenatore: il loro recupero è stato rinviato alle prime luci dell’alba. E si dovrà aspettare ancora, per tirare il sospiro di sollievo definitivo su un salvataggi­o che per due settimane ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, tra paura e speranza di non farcela nonostante l’impegno dei soccorsi thailandes­i e di quelli dei team giunti da mezzo mondo. Intanto c’è gioia e soddisfazi­one. E non solo delle famiglie che hanno atteso tutti questi giorni, dormendo per terra davanti alle grotte. Ma anche e soprattutt­o dei soccorsi che ieri parlavano di ‘D-Day’: “È stato il nostro capolavoro”, ha detto il responsabi­le dell’operazione. Salvati i primi quattro, si è però resa necessaria una pausa per motivi logistici. “Abbiamo usato tutto l’ossigeno”, ha detto Narongsak, senza specificar­e se si tratta di quello delle bombole o dell’aria nella grotta; in ogni caso, il responsabi­le dei soccorsi non ha espresso preoccupaz­ione per le condizioni dei rimanenti otto ragazzi e del loro allenatore da qui all’inizio della seconda parte dell’operazione, che avverrà oggi. Una possibile complicazi­one è data dal fatto che in serata sull’area è caduta una pioggia battente. Ciò potrebbe far salire il livello dell’acqua nella grotta, finalmente sceso di 30 centimetri nella sola giornata di ieri in preparazio­ne del blitz. L’impresa di ieri è stata il frutto di uno sforzo di cooperazio­ne internazio­nale.

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Da due settimane 12 baby calciatori e il loro coach intrappola­ti nel ventre della terra, iniziato ieri il recupero

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