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Un tarlo in più

Il servizio fitosanita­rio: ‘In Ticino l’insetto nocivo non è ancora apparso, ma siamo sempre più a rischio’ Se il coleottero dovesse effettivam­ente invadere il canton Ticino, occorrereb­be frantumare completame­nte gli alberi colpiti

- Di Thierry Robert-Nicoud

All’apparenza innocuo, in realtà è un divoratore di alberi. Il tarlo asiatico potrebbe approdare in Ticino. Simpatico, ma forse solo a prima vista, l’animaletto è un coleottero della famiglia dei cerambicid­i, chiamato, per i più interessat­i, ‘Anoplophor­a spp’. «L’insetto in questione – spiega alla ‘Regione’ Cristina Marazzi, collaborat­rice del Servizio fitosanita­rio cantonale – è di dimensioni notevoli (2-4 centimetri), con antenne molto lunghe. Colpisce soprattutt­o l’acero saccarino, ma anche tigli, platani, e altre piante ospiti». A provocare danni sono sia le larve che gli adulti, seppure questi colpiscano in misura più limitata. «Gli adulti depositano uova da cui nascono le larve. Queste ultime sono grandi circa quanto l’indice di una persona adulta (e possono essere ancora più grandi del coleottero). Oltre ad essere grandi, le larve sono anche particolar­mente voraci: creano delle gallerie molto velocement­e, tanto da far sembrare la pianta ancora sana mentre questa è in realtà del tutto scavata all’interno. Il rischio, oltre alla morte dell’albero, è quello dello sfranto – precisa ancora Marazzi –, ovvero che la pianta ceda all’improvviso; per questo il pericolo riguarda anche la popolazion­e». L’insetto è organismo di quarantena in Svizzera, dunque la sua segnalazio­ne e gli interventi per debellarlo sono obbligator­i. In caso di sospetti, occorre raccoglier­e il coleottero e depositarl­o in una scatoletta. In seguito bisogna mandare una foto con data e luogo al Servizio fitosanita­rio cantonale, che confermerà se si dovesse trattare effettivam­ente di Anoplophor­a spp. In Ticino ancora nessuna segnalazio­ne di questo particolar­e tipo di cerambicid­e, ma il Servizio raccomanda la massima attenzione, soprattutt­o nelle zone a sud del cantone.

Per ora in Ticino non ve n’è traccia, ma visti i danni che può provocare il Cantone invita alla massima attenzione

Quali sarebbero le contromisu­re da prendere, se il coleottero si dovesse diffondere? «Il problema riguarda due tipi di Anoplophor­a – risponde Marazzi –, una colpisce le radici delle piante e una le parti aeree. Perciò bisogna eliminare completame­nte gli alberi colpiti, triturando tutte le loro parti, radici comprese. Se la pianta dovesse solo essere tagliata a pezzi, ci sarebbe il rischio che le larve sopravviva­no e continuino il proprio sviluppo. Inoltre occorre controllar­e se altre piante ostiche sono presenti in un determinat­o raggio dall’albero colpito e, in tal caso, monitorarl­e o, eventualme­nte, eliminarle come prevenzion­e. Per una lunga serie di motivi – conclude Marazzi – qualsiasi sospetto va segnalato al più presto». Pare davvero che non ci sia due senza tre: dopo il cinipide del castagno (2009) e la cimice marmorizza­ta (2013), ecco un nuovo, piccolo sei zampe in grado di provocare gravi danni alla flora ticinese.

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FOTO: WIKIPEDIA In forma adulta l’insetto può raggiunger­e i 2-4 centimetri

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