Un tarlo in più
Il servizio fitosanitario: ‘In Ticino l’insetto nocivo non è ancora apparso, ma siamo sempre più a rischio’ Se il coleottero dovesse effettivamente invadere il canton Ticino, occorrerebbe frantumare completamente gli alberi colpiti
All’apparenza innocuo, in realtà è un divoratore di alberi. Il tarlo asiatico potrebbe approdare in Ticino. Simpatico, ma forse solo a prima vista, l’animaletto è un coleottero della famiglia dei cerambicidi, chiamato, per i più interessati, ‘Anoplophora spp’. «L’insetto in questione – spiega alla ‘Regione’ Cristina Marazzi, collaboratrice del Servizio fitosanitario cantonale – è di dimensioni notevoli (2-4 centimetri), con antenne molto lunghe. Colpisce soprattutto l’acero saccarino, ma anche tigli, platani, e altre piante ospiti». A provocare danni sono sia le larve che gli adulti, seppure questi colpiscano in misura più limitata. «Gli adulti depositano uova da cui nascono le larve. Queste ultime sono grandi circa quanto l’indice di una persona adulta (e possono essere ancora più grandi del coleottero). Oltre ad essere grandi, le larve sono anche particolarmente voraci: creano delle gallerie molto velocemente, tanto da far sembrare la pianta ancora sana mentre questa è in realtà del tutto scavata all’interno. Il rischio, oltre alla morte dell’albero, è quello dello sfranto – precisa ancora Marazzi –, ovvero che la pianta ceda all’improvviso; per questo il pericolo riguarda anche la popolazione». L’insetto è organismo di quarantena in Svizzera, dunque la sua segnalazione e gli interventi per debellarlo sono obbligatori. In caso di sospetti, occorre raccogliere il coleottero e depositarlo in una scatoletta. In seguito bisogna mandare una foto con data e luogo al Servizio fitosanitario cantonale, che confermerà se si dovesse trattare effettivamente di Anoplophora spp. In Ticino ancora nessuna segnalazione di questo particolare tipo di cerambicide, ma il Servizio raccomanda la massima attenzione, soprattutto nelle zone a sud del cantone.
Per ora in Ticino non ve n’è traccia, ma visti i danni che può provocare il Cantone invita alla massima attenzione
Quali sarebbero le contromisure da prendere, se il coleottero si dovesse diffondere? «Il problema riguarda due tipi di Anoplophora – risponde Marazzi –, una colpisce le radici delle piante e una le parti aeree. Perciò bisogna eliminare completamente gli alberi colpiti, triturando tutte le loro parti, radici comprese. Se la pianta dovesse solo essere tagliata a pezzi, ci sarebbe il rischio che le larve sopravvivano e continuino il proprio sviluppo. Inoltre occorre controllare se altre piante ostiche sono presenti in un determinato raggio dall’albero colpito e, in tal caso, monitorarle o, eventualmente, eliminarle come prevenzione. Per una lunga serie di motivi – conclude Marazzi – qualsiasi sospetto va segnalato al più presto». Pare davvero che non ci sia due senza tre: dopo il cinipide del castagno (2009) e la cimice marmorizzata (2013), ecco un nuovo, piccolo sei zampe in grado di provocare gravi danni alla flora ticinese.