Amazon è una ‘piovara’ prenditutto
Dai libri alle pillole, dai film hollywoodiani alla frutta e verdura, dalla musica in streaming agli speaker ‘intelligenti’: il ‘negozio di tutto’ inventato da Jeff Bezos 24 anni fa si sta allargando in tutti i campi, come una piovra dai mille tentacoli
Amazon.com è diventata la seconda società più grande al mondo per valore in Borsa (la prima è Apple), con una capitalizzazione di 831 miliardi di dollari, per la gioia di chi ci ha creduto fin dai primi passi: i risparmiatori che hanno comprato le sue azioni con l’Ipo del 1997 e le hanno tenute finora, hanno guadagnato l’8mila percento; e il suo 54enne fondatore e ceo (amministratore delegato) oggi è l’uomo più ricco al mondo con un patrimonio personale di 140 miliardi di dollari. L’ultimo colpo messo a segno da Bezos è stato l’acquisto per 1 miliardo di dollari, annunciato il 28 giugno, della farmacia americana online PillPack, specializzata nel preparare in modo personalizzato le medicine che richiedono la ricetta e spedirle a domicilio. Quello delle medicine da ricetta è un business da 400 miliardi di dollari negli Stati Uniti e il timore che Amazon rivoluzioni anche questo settore ha scatenato il panico fra gli investitori: in un solo giorno le tre principali catene americane di farmacie – Cvs, Rite Aid e Walgreens Boots alliance (il cui ceo è l’italiano Stefano Pessina) – hanno perso oltre 11 miliardi di dollari di valore a Wall Street. I progetti di Bezos nel campo della salute in effetti vanno ben oltre PillPack: con la holding Berkshire Hathaway di Warren Buffet e la banca JPMorgan Chase sta infatti mettendo a punto un nuovo servizio di assistenza sanitaria che inizialmente sarà riservato ai dipendenti (1,2 milioni) delle tre società, ma poi chissà… Non c’è limite alle ambizioni di Bezos. Aveva iniziato vendendo solo libri, la “merce” più facile da offrire online agli albori dell’eCommerce. Il commercio al dettaglio via Internet è tuttora la prima fonte di fatturato per Amazon.com che da allora ha allargato la sua offerta a oltre 30 categorie di prodotti – dall’arte ai videogame – con un catalogo di 3 miliardi di articoli venduti sulle 13 piattaforme attive nel mondo. Leader mondiale nel commercio online, dal 2015 Bezos ha iniziato ad avventurarsi anche nel mondo fisico dei negozi di “mattoni e malta”: ha aperto negozi Amazon.com per vendere libri di carta e i propri apparecchi elettronici; sta sperimentando il funzionamento di negozi alimentari senza cassieri, completamente automatizzati, Amazon Go; e l’anno scorso ha investito 13,7 miliardi di dollari per comprare la catena americana di supermercati Whole Foods, popolare fra i giovani attenti ai cibi “salutari” ma in crisi di vendite. Bezos l’ha rilanciata fra l’altro con promozioni legate a Prime, l’abbonamento ai servizi di Amazon che era partito nel 2005 con la consegna gratuita a domicilio entro due giorni e oggi comprende anche musica e video in streaming. Gli utenti di Prime sono arrivati a oltre 100 milioni nel mondo e sono i clienti più fedeli. A quelli americani il prossimo 16 luglio – il “Prime day”, la giornata annuale di super sconti – Amazon offre anche il 10% di sconto sulla spesa da Whole Foods pagata con la carta di credito Prime. Un perfetto esempio di come la strategia di Bezos punti a integrare virtuale e fisico per competere a 360 gradi. Grazie ai suoi potenti e sofisticati algoritmi, Amazon conosce i gusti dei suoi clienti, sa prevedere le loro intenzioni di acquisto e incentivarle con promozioni personalizzate. Ora vuole usare questa sua abilità per sviluppare un proprio business pubblicitario, diretto rivale di Google e Facebook. Trasformare le infrastrutture e il software creati per soddisfare bisogni interni in prodotti autonomi offerti ad altre aziende è una strada già praticata con successo con Aws, Amazon web services: i servizi di cloud computing (la gestione centralizzata via Internet di una serie di funzioni con grandi risparmi rispetto al tradizionale sistema di svolgerle sui computer aziendali), un settore in cui Amazon è leader – con oltre il 40% di quota di mercato – e da cui ricava il 10% del fatturato e il 96% dei profitti operativi. Il prossimo business che può nascere da un bisogno interno – quello di consegnare in modo efficiente la merce – è la logistica: Bezos ha già affittato aerei Boeing e comprato una flotta di camion e camioncini che viaggiano con il suo marchio, per ora “complementari” a quelli dei partner FedEx e Ups, ma potenziali loro concorrenti.
Bezos è partito dal commercio online al dettaglio, ma ora espande il suo regno anche al ‘mondo reale’
Un altro business in cui Bezos è leader è quello degli speaker “intelligenti”: il suo Echo, lanciato nel 2014, è stato il primo apparecchio di questo tipo e tuttora è il numero uno. La sua assistente virtuale Alexa è capace di rispondere a domande su quasi tutto, dalle notizie alle previsioni meteo; cercare e trasmettere musica; attivare luci e riscaldamento in casa; or-
dinare un passaggio con Uber o la consegna a domicilio di una Pizza Hut (negli Usa). Prima di Echo, l’altro apparecchio elettronico creato da Amazon.com che ha avuto un grande successo è stato Kindle, il lettore di eBook che ha scatenato la rivoluzione dei libri digitali; nato nel 2007 quattro anni dopo è evoluto in Kindle Fire, un tablet che fa concorrenza all’iPad di Apple. Ma Bezos ha compiuto anche passi falsi su questo terreno: il Fire phone, tentativo di alternativa all’iPhone, è stato un flop, lanciato nel giugno 2014 e ritirato un anno dopo. Infine la “Piovra” ha avviluppato i suoi tentacoli anche su Hollywood: Amazon studios è nato nel 2010 e ora investe oltre 4,5 miliardi di dollari l’anno per produrre film e telefilm originali, arruolando registi del calibro di Woody Allen. Uno sforzo che può vantare già alcuni brillanti risultati: un Golden Globe nel 2015 per lo show tv “Transparent” e due Oscar nel 2017 con il film “Manchester by the sea”. Bezos sa che la guerra per la conquista di fedeli clienti si gioca anche con la qualità dei contenuti video, in concorrenza diretta con le grandi case cinematografiche e televisive e con i giganti Internet come Netflix. Ma Bezos deve stare attento a non estendere troppo i suoi tentacoli e guardarsi a destra e a sinistra. Sia il presidente Usa Donald Trump sia il socialista Bernie Sanders sono infatti schierati contro una Amazon.com “troppo grande e potente”.