Cardiocentro, famiglie e ‘interessi privati’
Interessi privati di alcune famiglie, punti oscuri su retribuzioni e sovvenzioni a istituti di ricerca: non le manda a dire sui punti scottanti della vicenda Cardiocentro Paolo Sanvido, presidente dell’Ente ospedaliero cantonale, nell’intervista pubblicata ieri sul settimanale ‘Il Caffè’. Sanvido già nelle scorse settimane si era espresso in modo piuttosto categorico sull’acquisizione del Cardiocentro da parte dell’ente che presiede, e anche in questa circostanza che il passaggio del Cardiocentro in seno all’Eoc dopo i primi 25 anni di vita autonoma fu stabilito fin dall’inizio con l’accordo del fondatore Eduard Zwick (defunto nel 1998), che donò all’uopo 30 milioni di franchi. “Questa condizione chiara e non negoziabile fu voluta da Zwick proprio per assicurarci un ‘ospedale del cuore’ pubblico e di tutti i ticinesi” ricorda Paolo Sanvido. Che poi si spinge in una ‘lettura’ della strenua resistenza contro questo assorbimento, da parte dei vertici del Cardiocentro affiancati da varie personalità politiche. Rispondendo al minacciato lancio di una iniziativa popolare per il cambiamento della Legge ospedaliera, questa iniziativa del Cardiocentro “temo che passi attraverso la privatizzazione di una parte dell’Ente ospedaliero. Siamo all’alba di un grande progetto universitario che trasformerà la sanità del Ticino. Mi spiacerebbe proprio se tutto questo fosse messo in pericolo per garantire gli interessi privati di alcune famiglie”. E a proposito di soldi, e delle titubanze governative al riguardo, le obiezioni di Sanvido sono ficcanti. “Si chiedono 52 milioni di soldi pubblici pr progetti di ricerca a favore di una società anonima (Sirm Sa). Purtroppo questa società risulta cancellata dal Registro di commercio”. Opacità che si riscontra pure al capitolo stipendi. Governo ed Ente si sono impegnati ad assumere il personale del Cardiocentro alle attuali condizioni, fino al 2025, ma non è chiaro a quanto ammontino i salari per le diverse posizioni. “Noi dobbiamo avere chiarezza per poter dare risposte corrette e precise a ogni singolo collaboratore”. E queste informazioni, spiega Sanvido, non sono arrivate. ”Abbiamo più volte confermato la nostra disponibilità a partecipare a un tavolo tecnico che si occupi della situazione occupazionale dei dipendenti – spiega –. Questa situazione di stallo è deplorevole, ma non può essere addebitata all’Eoc”.