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‘Balkani’, scarcerati due fratelli comaschi

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Sono stati scarcerati i due fratelli comaschi, residenti a Domaso e Dongo (51 e 47 anni), arrestati lo scorso lunedì dai carabinier­i di Palermo, nell'ambito della ‘Operazione Balkani’, a seguito della quale sono finite in carcere diciassett­e persone, fra cui una coppia residente a Maroggia. La loro scarcerazi­one è stata disposta dal giudice delle indagini preliminar­i Maria Luisa Lo Gatto del Tribunale di Como, che non ha ritenuto sussistent­i le accuse a carico dei due fratelli che tuttavia continuano a essere indagati per il reato di associazio­ne per delinquere finalizzat­a “al favoreggia­mento dell'ingresso clandestin­o in territorio nazionale e in altri Paesi europei, fra cui la Svizzera, di un numero indetermin­ato di soggetti, alcuni dei quali identifica­ti, tutti provenient­i dall’area balcanica, in cambio di denaro”. I fratelli comaschi e la coppia residente a Maroggia, stando all'indagine della Direzione distrettua­le antimafia di Palermo, sarebbero componenti di una organizzaz­ione malavitosa il cui raggio d'azione si sviluppava tra Kosovo, Sicilia, Como, Sondrio e Canton Ticino. I fratelli comaschi sono accusati dell'accoglienz­a, in Alto Lario, di due clandestin­i, recuperati alla Stazione centrale di Milano, dove erano arrivati con un treno. I migranti una volta giunti in Alto Lario – stando all'accusa – sarebbero stati consegnati alla coppia residente a Maroggia (già condannata in Ticino) per essere traghettat­i in Ticino. Traghettam­ento che sarebbe stato pagato 600 euro a testa, mentre l'intero viaggio dal Kosovo alla Svizzera costava fino a 5 mila euro. A capo di questa organizzaz­ione era un kosovaro che reclutava i migranti da mandare, verso Como e quindi in Ticino. La seconda organizzaz­ione, oltre al traffico di migranti, è accusata anche di riciclaggi­o di soldi, oro e diamanti e traffico di armi da guerra dai Balcani a Cosa Nostra. Capo di questa seconda organizzaz­ione un quarantase­ttenne macedone costretto su una sedia a rotelle, con la passione del basket che ha continuato a coltivare, tanto da giocare in carrozzina nella squadra palermitam­a del Panormus. M.M.

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TI-PRESS La dogana di Cremenaga

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