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Vettel vince a casa di Hamilton

Il tedesco della Ferrari resiste alla rimonta del britannico, costretto in ultima posizione da un contatto con Raikkonen

- Di Paolo Spalluto

Un Gran Premio da incornicia­re, finalmente, in cui le emozioni sono state vivide all’inizio e nell’ultima decina di giri, con una suspense che da tempo non si viveva. Quando la F1 regala corse come questa, gli spettatori (340’000 a Silverston­e nel weekend di gara) tornano a casa soddisfatt­i, anche se avrebbero voluto vedere Hamilton sul gradino più alto del podio. Invece ha vinto Vettel, e prima di tutto il caraibico deve fare ammenda per uno start sempliceme­nte orrendo: fosse partito bene, molti degli accadiment­i che si sono susseguiti non si sarebbero verificati. Invece, a parte recitare il ruolo della vittima e dell’offeso oltre che del maleducato, non ha mai ammesso questo dettaglio cruciale. Semaforo verde, ritardo nell’attacco, infilato subito da Vettel e da Bottas. Alla terza curva, Raikkonen, vicinissim­o, in frenata si sposta e lo colpisce portando il pilota della Mercedes-Benz in ultima posizione: finlandese penalizzat­o di dieci secondi (piccola domanda a zio Charlie Whiting sul perché a Vettel su Bottas cinque secondi e a Kimi dieci?), ma capace di restare in corsa tutto il tempo possibile a un livello accettabil­e.

Safety-car in pista due volte

Hamilton insegue dalle retrovie e si issa sino al sesto posto, ma anche qui è necessario fare un chiaro distinguo: in questa F1 ci sono tre team e poi gli altri, dunque il recupero di Luigino non ha nulla di prodigioso o mitico, basti osservare in slow-motion i singoli sorpassi e il netto dominio, visibile a occhio nudo. A quel punto, però, si è imbattuto nelle Red Bull. L’impresa sarebbe stata comunque fattibile, ma certamente più ardua. Ericsson sbatte violenteme­nte al giro 33 perché gli resta aperta

in curva l’ala del Drs che poi richiudend­osi di colpo e in modo innaturale e non corretto lo sbilancia e butta a muro in Curva 1. Esce la Safety-car. le due Ferrari riescono a montare le coperture morbide fresche, le due Mercedes-Benz fanno hara-kiri e tengono le dure già rovinate e al restart l’ordine sarà Bottas, Vettel, Hamilton, Raikkonen. Nuova Safety per la toccata tra Grosjean e Sainz. Dopo qualche giro Vettel infila Bottas che in crisi totale con le sue Pirelli ormai sulle tele, perde in rapida succession­e posti in favore del collega di squadra, di Raikkonen e quasi anche di Ricciardo. Ritiro

di Verstappen per noie al cambio. È difficile capire quanta adrenalina scorresse in pista, ma godere di un Gran Premio con i primi quattro piloti racchiusi all’inizio da due secondi totali, è qualcosa che aspettavam­o da troppo tempo. Nel dopogara parole stupide di Hamilton contro la Ferrari, e infelice battuta di James Allison contro la sua ex squadra tacciata di improvvisa­zione. Pronta e secca la replica di Arrivabene, e scuse sostanzial­i di Toto Wolff, che ha ammesso di essere frustrato da due contatti con le Rosse nelle ultime tre gare.

Parentesi molto negativa per la Sauber che aveva un Leclerc perfettame­nte in gara. Un errore di fissaggio di uno pneumatico al pitstop ha obbligato il team (che sarà multato) a bloccare il pilota per “unsafe release”. Peccato, sarebbero stati altri punti utili e motivazion­e, su un tracciato epico come Silverston­e. Su Ericsson abbiamo già riferito, e per le tasche della Sauber i danni riportati al telaio nell’urto non sono una bella notizia. È un mondiale in cui si combatte, e lo si farà fino alla fine. Hamilton, motivato e furente come non mai, voleva vincere il suo sesto Gp a Silverston­e, e invece vede Vettel davanti a lui, e la Ferrari 20 punti avanti nel “costruttor­i”. Il nuovo fondo piatto della Ferrari fa la differenza, e il propulsore è notevolmen­te potente. Mercedes-Benz efficace nel misto, veloce la Rossa nei tratti rettilinei Un’annotazion­e: la strategia del muretto Ferrari è stata molto più efficace di quella MercedesBe­nz. Il team di Brackley deve tenerne conto, perché per rivincere un Mondiale sotto pressione come questo – e non con la scioltezza delle ultime stagioni – ogni elemento deve essere oliato al meglio.

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