Nessun conflitto d’interessi
Segue da pagina 9 (...) che pure nel caso del messaggio Gaggiole ci sarebbe un conflitto di interessi simile, poiché il consigliere di Alternativa Gordola, relatore del rapporto di maggioranza, risulta domiciliato su quella via. Come già spiegato nel corso di quella serata, ribadiamo che tale conflitto non esiste. I lavori di miglioria, allargamento del campo stradale e creazione di un marciapiede, riguardano solo il tratto di via Gaggiole che va dal parco del Carcale all’incrocio con via Francesca. Oltre questo punto la strada rimane a una corsia e senza marciapiede. I fondi confinanti con questa parte di via Gaggiole, tra i quali figura quello del redattore del rapporto di maggioranza, non dovrebbero perciò far parte del comprensorio da cui prelevare gli eventuali contributi di miglioria; essi, se mai, andrebbero a far parte di un analogo comprensorio quel giorno in cui anche il tratto di strada ad essi contiguo venisse allargato e dotato di marciapiede. A meno che non si ritenga giusto che i proprietari che si trovano su questo tratto di strada debbano pagare due volte i contributi per lo stesso tipo di miglioria. Entrando nel meri- to della questione del prelievo dei suddetti contributi per i prospettati lavori di via Gaggiole, occorre considerare due aspetti importanti della questione. Primo, via Gaggiole è una strada cantonale e, a differenza di una strada di quartiere, ha un bacino di utenza molto vasto che va oltre i confini comunali, con una quota importante di traffico di transito. Occorre perciò chiedersi: a chi va il maggior giovamento se i benefici portati dalla creazione del marciapiede vengono annullati dall’allargamento del calibro stradale da una a due corsie? In secondo luogo, anni fa, in occasione dell’allargamento e della creazione dei marciapiedi tra via S. Gottardo e il parco del Carcale – sempre su via Gaggiole – i contributi di miglioria non sono stati prelevati. È perciò nostro parere (come Alternativa Gordola) che un prelievo di contributi su questo lotto rappresenterebbe una disparità di trattamento tra i cittadini che abitano sulla stessa strada. Riteniamo pertanto giusto che sia il Consiglio di Stato a fare chiarezza decidendo in merito, così da evitare una marea di giustificati ricorsi.