Morellato: ‘Bisogna fare attenzione’. Pardini: ‘Sì, se limitato e gestito’
«Se ben regolamentata, può essere un’opportunità per i lavoratori – sostiene Nicola Morellato, segretario regionale syndicom –. Chiaro che attorno a questo tema molto attuale ci sono delle criticità non semplici da affrontare: chi ne ha diritto, quali sono le mansioni che possono essere svolte in questa modalità, sono richieste che partono dai collaboratori oppure delle misure imposte? – s’interroga Morellato, che prosegue –. Bisogna fare molta attenzione, visto che si tratta di una situazione non ancora collaudata e che la Svizzera non vanta una buona legislazione a tutela dei dipendenti». Per Giorgio Pardini, responsabile nazionale del settore telecomunicazioni del sindacato, la questione si pone soprattutto per quel che riguarda la ‘socialità’ all’interno dell’azienda, con rischi reciproci per datori di lavoro e personale. «L’impiegato va collocato nell’azienda dove lavora per favorire la condivisione con i colleghi, deve partecipare alla vita aziendale. Studi recenti dimostrano che questa forma (il telelavoro, ndr) può portare a una diminuzione della produttività quando vengono a mancare gli scambi intellettuali tra le persone». Sui pericoli per i telelavoratori «è fondamentale che il lavoro da casa sia solo una parte della prestazione del collaboratore, massimo due o tre giorni alla settimana, i nostri contratti collettivi prevedono ciò». I problemi più noti, secondo Pardini, riguardano il controllo degli orari di lavoro (autogestione del tempo), l’ergonomia della postazione e la confidenzialità del materiale con cui entra in relazione la persona che svolge attività lavorativa da casa». Telelavoro come forma di precariato? «No, finché parliamo di personale regolarmente assunto, a cui viene concessa questa forma di collaborazione». La sua previsione per il futuro è che «dopo una prima ondata di forte propensione a questo ‘lavoro mobile’ da parte delle grandi aziende, osserviamo una tendenza al richiamo delle persone in ufficio, poiché veniva meno la coesione del team e le possibilità per un vero e proficuo confronto tra i collaboratori». In conclusione, «il telelavoro può essere visto come una chance se limitato e adeguatamente gestito».