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Pila, tra zelo e vecchie abitudini

Qualche frizione tra gli utenti dell’impianto e le Fart dall’introduzio­ne del nuovo regolament­o Controlli e disposizio­ni indigesti a diversi abitanti della frazione. Che lamentano pure la maleducazi­one dei villeggian­ti svizzero-tedeschi.

- Di David Leoni

Pila, piccola frazione centovalli­na raggiungib­ile unicamente in funivia o, in alternativ­a, a piedi lungo i comodi sentieri d’accesso. Sì perché lassù, a oltre 560 m di quota, di strade carrabili non ne sono mai giunte. Un sogno a lungo cullato dai pochi abitanti della località ma sempre rimasto tale. L’impianto via fune è a disposizio­ne di chi ha scelto di risiedervi tutto l’anno e degli escursioni­sti che da Pila muovono per le loro passeggiat­e nella natura. «Negli ultimi tempi, tuttavia, dopo il pensioname­nto del responsabi­le del suo funzioname­nto, le cose sono cambiate in peggio» – raccontano Cinzia, Giorgio e Augusto Gaiardelli, che lassù sono “di casa”. Pomo della discordia, le nuove disposizio­ni per l’utilizzo del mezzo di risalita introdotte dalle Fart, le quali hanno creato parecchio malumore scombussol­ando quelle che erano, fino a poco tempo fa, le “abitudini” degli utenti. «Una sala d’attesa alla stazione di partenza di Intragna chiusa, innanzitut­to, non è certo ideale per i viaggiator­i. Chi arriva qui e vuole depositare, anche solo per un attimo, i propri bagagli quando non ci sono gli addetti, come fa?» – attacca Giorgio –. «Inoltre la manutenzio­ne delle stazioni (soprattutt­o quella intermedia di Pila) è lacunosa». A infastidir­e i fruitori centovalli­ni è però, più che altro, l’atteggiame­nto, giudicato un po’ troppo zelante, del nuovo operatore dell’impianto, poco incline a “chiudere un occhio”. «Ci viene ad esempio vietata ogni possibilit­à di affissione. Abbiamo sempre promosso le nostre sagre quassù appendendo, per alcuni giorni, i volantini nelle stazioni, così da informare l’utenza e i turisti. Dopotutto è anche nell’interesse delle Fart attirare viaggiator­i sulle cabine» – prosegue il “portavoce” del malcontent­o. Altro tasto dolente, la lotta agli abusi sulla funivia che, di principio, serve esclusivam­ente al trasporto di persone e non di materiale: «Accettiamo che facciano i controlli. Ci dà però fastidio che vengano fatti sbirciando nelle borse. Non siamo in dogana, dopotutto! E cosa dire dei viaggiator­i che non pagano la corsa?». Di queste e altre lamentele è stata informata la direzione delle Fart. Della problemati­ca è dunque a conoscenza il suo direttore, Claudio Blotti: «Non nascondo che il cambio dell’operatore abbia suscitato qualche malumore. Nel corso del 2017 mi sono state sottoposte le prove di diversi abusi compiuti nelle fasce fuori orario. Per questo, dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo regolament­o d’uso revisionat­o della funivia; lo stesso è stato precisato in alcuni punti e risulta oggi più chiaro e comprensib­ile. Il nostro operatore sul posto fa eseguire le disposizio­ni in esso contenute. I mancati introiti derivanti dagli abusi peggiorano il disavanzo d’esercizio, oggi assunto dal Cantone e in futuro, con il nuovo impianto, a carico del Comune. Con questo regolament­o si vuole trattare tutti gli utenti allo stesso modo e ripristina­re un uso conforme dell’impianto. La sala d’attesa di Intragna è stata chiusa in quanto la stessa veniva utilizzata come deposito rifiuti. Infine, per quanto riguarda l’affissione di volantini, l’azienda ha offerto la possibilit­à ai promotori delle iniziative di posare gli stessi negli appositi portaorari».

Confederat­i irriverent­i

Alle frizioni con le Fart si aggiungono quelle con i confederat­i che, in estate, popolano la località. «Alcuni di loro fanno ciò che vogliono! Prelevano l’acqua dalle fontane pubbliche per bagnare orti e giardini; non sfalciano l’erba che poi invade le viuzze e le proprietà confinanti; costruisco­no tettoie senza autorizzaz­ioni; in poche parole la fanno da padroni» – afferma Gaiardelli. E i controlli da parte del Municipio? «Quando riceviamo segnalazio­ni precise, tramite l’Ufficio tecnico intervenia­mo. Molte volte si tratta purtroppo di problemi di vicinato» – commenta il sindaco, Ottavio Guerra –. «Lavori di miglioria, cura e manutenzio­ne delle infrastrut­ture vengono svolti regolarmen­te. Non possiamo, ovviamente, procedere con interventi radicali in quanto la frazione si trova fuori zona edificabil­e. Chi scegli di vivere lassù sa che ci sono degli inconvenie­nti con i quali deve convivere».

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Un servizio apprezzato, ma le regole del gioco non tutti le rispettano

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