laRegione

Quel ‘problemati­co’ nipote

Il giovane che ha ucciso l’anziana nonna a Caslano, inscenando un incendio, è invalido Dopo la confession­e del nipote le indagini volgono ora alla ricerca del movente. Quasi certamente sarà allestita una perizia psichiatri­ca.

- Di Cristina Ferrari e Guido Grilli

Proseguono serrate le indagini per far affiorare il movente che avrebbe ‘armato’ materialme­nte la mano con un oggetto contundent­e del nipote. Il magistrato, Paolo Bordoli, in stretta collaboraz­ione con gli agenti della Polizia giudiziari­a, sta effettuand­o nuovi rilevament­i e interrogat­ori per chiarire i contorni di quel terribile gesto avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì (cfr. ‘laRegione’ del 7 e 10 luglio): il colpo in testa all’anziana nonna e la montatura dell’incendio per coprirne i segni sul cadavere. C’è, dunque, un’ultima pagina ancora da scrivere a Caslano sull’assassinio – come confermato nelle ipotesi di reato – dell’ottantenne che abitava in via Chiesuola, signora mite e conosciuta nella comunità parrocchia­le per il suo impegno nel coro e la sua passione per la poesia. Cosa ha portato il 23enne a uccidere l’anziana nonna? In quale rapporto era con la stretta familiare (mamma di suo papà)? È stato un cosiddetto raptus o l’omicidio è stato pianificat­o? Nel frattempo, un elemento sembra definirsi sempre di più, ovvero il carattere schivo e ‘problemati­co’ del giovane, che molti nel comune malcantone­se identifica­vano come ‘disabile’. Il nipote, infatti, che fino a circa tre anni fa viveva con i genitori nella Svizzera interna, dove aveva frequentat­o l’apprendist­ato, era beneficiar­io di una rendita di assicurazi­one d’invalidità. In Ticino, frequentav­a invece l’Otaf. Un vicino di casa, in questo senso, ha confermato al nostro giornale che «il ragazzo aveva alcuni problemi...». Una scemata responsabi­lità, dunque, nell’ottica di un processo penale, da considerar­e, tanto che si profilereb­be fin da subito la richiesta nei confronti del giovane di allestimen­to di una perizia psichiatri­ca.

Al centro delle attenzioni investigat­ive vi sarebbe il possibile legame del giovane con il mondo della droga

Si concentrer­ebbe, quindi, attorno alla sola figura del nipote l’attenzione investigat­iva della magistratu­ra. Escluso per ora qualsiasi coinvolgim­ento di altre persone, il nipote resta al momento l’unico indagato. A pesare probabilme­nte sulla sua persona una ‘ventilata’ dipendenza dalla droga tanto da elencare nell’accusa la contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. Forse è stata proprio la droga ad allontanar­e il ventenne dalla sua famiglia Oltregotta­rdo e a portarlo in Ticino, dove viveva con la nonna paterna. Forse è stata proprio la droga a insinuarsi nel rapporto con l’anziana donna, fino a degenerare nella follia omicida.

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TI-PRESS Proseguono interrogat­ori e rilevament­i della Polizia giudiziari­a nella casa di via Chiesuola

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