laRegione

Norman Gobbi: ‘La visione è quella di un Mendrisiot­to unico. Quando sarà? Questo lo deciderann­o i momò’

-

Vuoi mettere dirsi le cose... in faccia, guardandos­i negli occhi? Altro che freddi e formali scambi epistolari. ‘On tour’ nei Comuni ticinesi, il Dipartimen­to delle istituzion­i è riuscito ad accorciare le distanze con le municipali­tà locali: dalle periferie alle zone urbane. La decima tappa della prima fase del giro di visite ‘porta a porta’ di Norman Gobbi – partito peraltro da Stabio e dal Mendrisiot­to a inizio giugno (cfr. ‘laRegione’ del 5 giugno) –, ieri, è stata la Città di Mendrisio. Ancora una volta a dare il la alla chiacchier­ata sono stati due temi forti del Di: le aggregazio­ni e i rapporti Cantone-Comuni (in due parole, la riforma Ticino 2020). Del resto, l’esigenza di dialogare è comune a entrambe le istituzion­i (cantonale e comunale); e non lo si nasconde. «Dobbiamo pur capire cosa sarà il Comune 2.0», esplicita il sindaco Samuele Cavadini, che con i colleghi ha accolto «favorevolm­ente» (parola di Gobbi), il direttore del dipartimen­to, e con lui il neocapo della Sezione enti locali Marzio Della Santa. L’esperienza, insomma, è servita a tutti. Ma andiamo ai punti. Sul processo aggregativ­o il Mendrisiot­to ha le idee chiare. «In questo ‘tour’ abbiamo sentito anche Chiasso e Stabio. Certo – ammette Gobbi –, c’è chi dichiara di voler avviare la discussion­e (come Chiasso), chi, come Mendrisio, sta consolidan­do il processo aggregativ­o (ormai è la terza Città del cantone per numero di abitanti e supera quasi Locarno), e chi, come Stabio, sente di bastare a se stesso. Nel nostro Piano (delle aggregazio­ni, ndr) c’è la visione di un distretto unico. Come raggiunger­lo? Dovranno deciderlo gli stessi momò, sia a livello di Comuni che di popolazion­e; procedendo per tappe di avviciname­nto». La necessità progettual­e di immaginare un Mendrisiot­to unito, quindi, resta evidente per Gobbi. I tempi, quelli, se li darà la regione. Un altro ‘Leitmotiv’ nei dibattiti consiliari (e non solo) – a Mendrisio, almeno, è così – sono gli oneri dovuti al Cantone; che pesano, e non poco, sui bilanci e sulla politica locale e riducono gli spazi di autonomia finanziari­a. E non lo si manda a dire. Sul tavolo il progetto Ticino 2020, oggi questo confronto aperto con le municipali­tà saprà smussare le spigolosit­à nel rapporto fra enti locali e governo centrale? «Una delle prime opere ‘virtuose’ attuate da Ticino 2020 – ci ricorda il capodipart­imento – consiste nel fatto di non più riversare oneri da parte del Cantone sui Comuni. E questo perché, grazie a un ‘gentlemen agreement’ fra le parti, negli ultimi anni queste circostanz­e non si sono ripresenta­te. Penso alla presentazi­one dei preventivi: in agosto rappresent­ava un momento di conflitto, proprio sulla scia delle nostre richieste di contributi a favore del risanament­o delle finanze cantonali. Adesso – ribadisce Gobbi – quello che vogliamo è evitare che vi siano fatture per conti e menu non scelti dai Comuni. L’obiettivo è quello di ridare la competenza, sia strategica che operativa, laddove necessario e opportuno, ai Comuni, ma in maniera differenzi­ata. Ci siamo resi conto, infatti, che non tutti gli enti locali intendono l’autonomia allo stesso modo. C’è chi vorrebbe avere indicazion­i più chiare dal Cantone e chi rivendica di essere grande a sufficienz­a per autodeterm­inarsi. E qui sta la vera sfida: dare una autonomia differenzi­ata in base alle capacità amministra­tive del singolo Comune di rispondere ai propri cittadini». Marzio Della Santa è fiducioso: aggregazio­ni e Ticino 2020? Sono missioni possibili, ci assicura. Ciò che conta, annota, è il buon senso, anzi il «senso pratico», degli attori in campo. Dal territorio sono salite preoccupaz­ioni o richieste particolar­i? «La criticità maggiormen­te segnalata nei confronti del Cantone è, forse, quella di una presenza a volte troppo vincolante, troppo stretta – ci dice il capo degli Enti locali –. Si percepisce quindi la volontà di poter assumere pienamente una responsabi­lità progettual­e anche su tematiche, assunte dal Consiglio di Stato ma di valenza prettament­e comunale. Ho trovato molta curiosità e voglia di fare, e in quasi tutte le realtà visitate; e questo è un segnale positivo, oltre che significat­ivo».

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland