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Entrate illegali in netto calo

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Sembra attenuarsi la pressione al confine svizzero per quel che riguarda il passaggio illegale di persone. Anche, evidenteme­nte, alla frontiera sud, quella ticinese. Nei primi sei mesi del 2018, infatti, sono entrate illegalmen­te in Svizzera nettamente meno persone che nella prima metà dell’anno scorso. A riprova di quanto detto vi sono i dati resi noti dal Corpo delle guardie di confine (Cgcf). Corpo che aveva censito, nel primo semestre del 2017, 14’456 casi. Ora sono solo 9’050. Delle persone intercetta­te, oltre un terzo avevano tentato di entrare su suolo elvetico illegalmen­te scegliendo la via ticinese (3’211). Nella classifica seguono Vallese, Vaud e Friborgo. Del totale, 4’460 persone sono state consegnate ad autorità estere, contro 9’413 in precedenza, indica un comunicato stampa reso pubblico ieri dell’Amministra­zione federale delle dogane (Afd). Tra i vari dati raccolti, ci si è inoltre concentrat­i sulle rispettive nazionalit­à delle persone che hanno tentato illegalmen­te di varcare la frontiera. In questo caso, dati alla mano, la nazionalit­à maggiormen­te riscontrat­a è quella nigeriana (1’367). Seguono i cittadini del Gambia (706), dell’Eritrea (527), del Marocco (445) e dell’Algeria (430). Altro argomento strettamen­te legato all’entrata illegale è quello dei passatori. Le Guardie di confine, in tal senso, hanno nutrito sospetti relativi ad attività di passatore in 207 casi. Un dato, quest’ultimo, in controtend­enza rispetto a quanto appurato nel corso del 2017 quando i sospetti si erano concentrat­i su 185 persone. ATS/RED

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