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Gabinetti pubblici indecenti

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Domenica sera, 7 luglio, nella chiesa parrocchia­le di Gandria, ho avuto il piacere di ascoltare un concerto proposto da Ceresio Estate – Alla corte del re Sole – con Omar Zoboli, Martin Zeller ed Emanuele Forni che hanno suonato musiche francesi del 1600 e 1700. Un magnifico concerto. La chiesa parrocchia­le è un piccolo gioiello barocco. Ho raggiunto Gandria percorrend­o il sentiero, accompagna­ta dal canto delle cicale, ammirando il paesaggio splendido, uno dei tanti che il Ticino offre proprio a due passi da casa. Una grande fortuna che, forse, sfugge ai molti. Un grosso neo sono i gabinetti pubblici situati dietro la chiesa parrocchia­le. Già dall’esterno non sono invitanti, ma si sa, che in caso di necessità, non se ne può fare a meno. La tazza del gabinetto, sul fondo, è color marrone, mal tenuta. Il distributo­re della carta igienica è vecchio e arrugginit­o e per poter srotolare la carta ho dovuto fare grandi contorsion­i perché da questo marchingeg­no non uscivano che frammenti di carta o dei blocchi spessi di carta pressata, inservibil­i allo scopo. Infatti altri utenti, passati prima di me, si saranno anche loro arrabattat­i per agguantare la carta igienica senza riuscirvi, perché sul pavimento e nel cestino c’erano molti di questi frammenti. Neanche un gancio per appendere la borsa o altro. Fuori un lavandino tenuto male, sprovvisto di sapone, né carta per asciugarsi le mani. Mi sono chiesta: Gandria non fa parte della ‘Grande Lugano’? Come mai la ‘Grande Lugano’ abbandona Gandria, senza dotarla di un servizio pubblico importante come i gabinetti? Il turista che arriva a Gandria, affascinat­o dalla bellezza del paesaggio, dal suggestivo nucleo sulla riva del lago, cosa penserebbe, qualora, malaugurat­amente, avesse bisogno di un gabinetto? Certamente la ‘Grande Lugano’ non farebbe una bella figura lasciando dei servizi pubblici indecenti. Un suggerimen­to: qualora le autorità cittadine decidesser­o di dotare Gandria di gabinetti pubblici confacenti, mi raccomando, che non si risparmi unendo wc donne e wc uomini in un unico spazio. Si sa, noi donne siamo anatomicam­ente diverse dagli uomini e un’operazione che a loro risulta più facile e sbrigativa, per noi donne, dalla più tenera età sino alla vecchiaia, necessita di più attenzione. Possibile che si debbano ancora trovare delle situazioni increscios­e, quando per altre cose non si bada a spese? Spero nel buonsenso di chi si dovrebbe occupare di queste cose e di quanto siano importanti in una società civile.

Gabriella Guerra, Ponte Tresa

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