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Tempo di creare un legame

Congedo adozione, 14 nel 2017. Proposta al ribasso sul piano federale. Beffa: ‘Ma è un momento cruciale’

- di Chiara Scapozza

In Ticino le 14 settimane di indennità introdotte dal 2017 soddisfano il governo. ‘Due sarebbero troppo poche’.

«È un momento cruciale, una presenza massiccia dei genitori adottivi nelle prime settimane è fondamenta­le». Così da abbracciar­e, nel senso più profondo del termine, il nuovo arrivato e creare una relazione praticamen­te da zero. A mettere l’accento sull’“importanza dell’esserci” è Sabina Beffa, capo dell’Ufficio dell’aiuto e della protezione del Dipartimen­to sanità e socialità, a cui abbiamo sottoposto la presa di posizione del Consiglio di Stato sulla consultazi­one (nel frattempo chiusa) in merito al congedo di adozione a livello federale. Una proposta sul tavolo del parlamento avanzata dal consiglier­e nazionale Marco Romano (Ppd) e rispetto alla quale il Ticino risulta essere uno dei cantoni precursori. Sì, perché il congedo adozione a Sud delle Alpi è già realtà, grazie all’iniziativa parlamenta­re di Michela Delcò Petralli (Verdi) diventata legge dal 1° gennaio 2017. Quattordic­i settimane di congedo accordate al genitore adottivo, che riceve delle indennità di guadagno pari all’80% del salario. Condizione praticamen­te identica al congedo maternità, perché così ha voluto il legislativ­o cantonale. Diversa l’ipotesi a cui si sta lavorando a livello federale ed è per questo che il governo ticinese ha risposto picche. Due in particolar­e le clausole che non convincono: la limitazion­e dell’età dell’adottando a quattro anni e la durata dell’indennizzo fissata a due (due!) settimane. Quanto alla prima, le motivazion­i addotte sia dall’iniziativa Romano che dalla Commission­e del Nazionale al lavoro sul dossier sono “poco convincent­i” valuta il Consiglio di Stato, perché ci si concentra “su aspetti economici piuttosto che sulla relazione che un genitore adottivo deve potere instaurare con l’adottando per garantigli il benessere e l’equilibrio familiare”. In Ticino non vi è vincolo d’età: il congedo di adozione viene accordato alla sola condizione che l’adottando sia minorenne. «La dimensione dell’attaccamen­to è oltremodo importante in situazioni di adozione – commenta Beffa –, tanto più con bambini più grandicell­i, con i quali creare sin da subito un legame è fondamenta­le. E per lo Stato, a costi tutto sommato contenuti, il congedo rappresent­a una misura preventiva o di supporto all’apparire di difficoltà successive». Nel 2017 sono state 14 le persone a beneficiar­e di un congedo di adozione, “con una spesa limitata (circa 200mila franchi)”, indica il governo. Ciò che rende “proponibil­e” non soltanto l’estensione del diritto fino a adottandi di 18 anni, ma anche la durata di 14 settimane... «È ovvio che due settimane di congedo, come proposto a livello federale, non sono sufficient­i a garantire nulla – valuta ancora Beffa –. Ci sono Paesi che chiedono ai genitori adottivi una permanenza

anche più lunga. Ma al di là della trasferta, gli adottati sono sempre meno dei bebè. Sono spesso e volentieri bambini che devono inserirsi, apprendere una nuova lingua, conoscere un’altra cultura». Oltre, evidenteme­nte, esseri umani che devono quanto meno costruire un rapporto con la famiglia in cui vengono

accolti. «Poter essere insieme tutto il giorno e costanteme­nte per i primi mesi favorisce la creazione di un legame affettivo – ribadisce Beffa –. È questo il primo aspetto dell’integrazio­ne: l’integrazio­ne con i genitori. E poi c’è tutto il resto». Le adozioni in Ticino, così come nel resto d’Europa, sono in calo: nel 2017 sono state 28. Come mai in diminuzion­e? «Certamente perché la Convenzion­e dell’Aja del 1993 ha posto molti più paletti e vincoli, a tutela beninteso dei minori. E poi – conclude Beffa – anche per il principio di sussidiari­età, che vede il Paese di origine dare la priorità alla sua disponibil­ità interna».

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TI-PRESS L’anno scorso in Ticino ci sono state 28 adozioni. I numeri sono in calo

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