La Triplice antimigranti
A Innsbruck, il patto di ‘volenterosi’ di Seehofer, Kickl e Salvini. Obiettivo frontiere chiuse Nella riunione dei ministri dell’Interno europei, smentita l’emergenza migratoria: il numero degli sbarchi è precipitato
Vienna – La Triplice Alleanza, cosiddetta di “volenterosi”, nata ieri a Innsbruck, vivrà almeno fino a giovedì prossimo. Il 19, a Vienna, Matteo Salvini, Horst Seehofer ed Herbert Kickl, si incontreranno di nuovo per vedere di spuntare almeno un provvedimento comune, che non sia la solita “ferma volontà” di impedire l’arrivo di migranti in Europa. E lì verrà il bello. I tre, l’italiano, il tedesco (bavarese) e l’austriaco, non hanno nient’altro in comune. Seehofer e Kickl sono soprattutto determinati a non prendersi i migranti che, sbarcati in Italia, tentano di entrare nei loro Paesi, e a rispedire a Salvini quelli che eventualmente ce l’avessero fatta. Cosicché a Capitan Fracassa non resta che fare il lavoro sporco per i due, ricacciando in mare e negando l’approdo alle navi che trasportano migranti (costretto poi, nei fatti, a concederlo dal presidente Mattarella), venendone ripagato con l’intimazione austrobavarese a riprendersi “volonterosamente”, appunto, gli indesiderati. Quanto all’accoglienza ricevuta dalla Triplice in seno alla riunione informale dei ministri dell’Interno europei, anch’essa a Innsbruck, non sembra essere stata particolarmente calorosa. Il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos ha parlato di “discussione franca” al vertice (nel linguaggio diplomatico: sono volati stracci), ricordando tuttavia che “non siamo più in emergenza migratoria”. Ed è vero che il numero degli sbarchi è precipitato, piaccia o no ai Tre. Semmai non è precipitata, al contrario è cresciuta, la percentuale di morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, spiaccia o no agli stessi. Poi: è superfluo rilevare che la riunione informale non ha prodotto decisione alcuna. Il primo appuntamento della presidenza austriaca di turno dell’Unione doveva servire al governo nazionalista di Vienna per intestarsi un “cambio di paradigma” nelle politiche migratorie, come ha sostenuto Kickl. Che ha fatto fronte con Salvini e Seehofer per annunciare l’intenzione di “mettere ordine” in un settore “dove da tempo l’ordine manca”, e far giungere in Europa “solo coloro che scappano da guerre”. Ma basterebbe pronunciare la parola Brennero per smascherarli. Per dire: l’Italia, ha lamentato Salvini, “ha un pregresso di 500mila clandestini e se non riusciamo ad espellerne più di diecimila l’anno ci mettiamo 50 anni a recuperare il passato”. Se dunque il “volenteroso” Seehofer intende davvero rinviare i migranti registrati in Italia e poi finiti in Germania, si metta in fila. “Qualunque discorso sulle riammissioni – ha precisato Salvini – verrà dopo la soluzione dei problemi italiani”. Prima del 19?