Mendrisio, più voce ai quartieri
Oggi un articolo del Regolamento dà forza alle Commissioni. Ma dal legislativo ci si aspetta altro
Dopo il voto di lunedì, il prossimo passo sarà il dibattito sulla mozione del 2017 di Sinistra e Verdi
Un primo passo è stato fatto; piccolo, ma significativo. Oggi a Mendrisio le Commissioni ‘voce’ e avanguardia dei quartieri non hanno più solo una funzione consultiva. È scritto lì, nero su bianco, nella nuova versione del Regolamento comunale e sta tutto in una parola: “Propositive”. In effetti, d’ora in poi su “questioni di interesse locale relative al quartiere” le Commissioni eserciteranno un ruolo consultivo e propositivo, come recita l’articolo 67 suggellato lunedì dal Consiglio comunale. Agli occhi della politica (di una parte in particolare), questo, però, non basta. Non è un caso se a due riprese Insieme a Sinistra e Verdi sono andati alla carica delle istituzioni cittadine proprio per rinvigorire il dialogo fra i quartieri e il Municipio. Una prima mozione, datata 2014, non è riuscita a fare breccia – bocciata sul nascere da esecutivo e legislativo –, ora quindi si confida sul secondo tentativo. Una proposta, quella siglata nel novembre del 2017 da Giancarlo Nava (IaS) e Daniela Carrara (Verdi), che si trova al vaglio delle Petizioni. Quale sarà il responso questa volta? L’interrogativo è rimbalzato dall’aula consiliare anche lunedì. «L’auspicio – ha fatto sapere Giorgio Comi, capodicastero Commissioni di quartiere – è che a breve in questo contesto si possa trovare una soluzione interessante». Non si deve perdere di vista, ha precisato altresì il municipale, che le Commissioni restano una «entità partecipativa». La rappresentatività, ha rimarcato, è data al Consiglio comunale. A ben vedere le ambizioni dei mozionanti non sono certo quelle di sovrapporre competenze a competenze. Un punto rimane ben saldo, come ci fa notare Giancarlo Nava, uno dei due autori: «I quartieri chiedono maggiore rappresentanza, forza contrattuale e ascolto». Nasce da qui l’esigenza, tradotta in mozione, di immaginare un nuovo modello di Commissione, capace di coinvolgere in modo più marcato la popolazione e il mondo delle associazioni e di stringere una sorta di patto – un “contratto di quartiere” –, con le priorità del quadriennio. Ecco perché c’è attesa per il parere del Municipio, il quale si sarebbe già espresso in via preliminare.
Il parlamento ha indicato la via
Del resto, a testimoniare la necessità di ripensare il ruolo delle Commissioni di quartiere, come evoluzione del processo aggregativo, ci sono le esperienze di Lugano e della neonata Città di Bellinzona. Anche a livello di Gran Consiglio, comunque, ci si è sentiti in dovere di sollevare la questione, facendo leva (pure in quel caso) su una mozione, primo firmatario il deputato socialista Gianrico Corti. Le parole chiave? “Partecipazione attiva, socializzazione e vitalità civica”. Le stesse che, nel maggio del 2016, hanno aperto la strada al via libera parlamentare. In un altro gremio, quello consiliare di Mendrisio, lunedì è stata, invece, la consigliera comunale Françoise Gehring a ricordare che «la partecipazione è un valore tale solo nella sua forza realizzativa». Come dire che servono «volontà politica e coraggio di osare» per metterla in atto. Anche perché, ha ribadito ancora la capogruppo di IaS, la prossimità parte dalla partecipazione, ma deve nascere dal basso ed essere incoraggiata.
Il peso delle periferie
Che le periferie abbiano un peso, anche nell’urna elettorale, la Città lo ha toccato con mano di recente. È ancora una volta lo stesso Nava a farcelo notare. «Gli avvenimenti politici ci hanno dato ragione – si legga i referendum su piazza del Ponte e le Aim, ndr – quanto alla lontananza dei politici dai problemi reali e l’insofferenza dei quartieri verso il centro». Una prova la si è avuta pure a fine maggio con l’elezione del sindaco. Non per nulla tra le voci della campagna dei due candidati (Samuele Cavadini, che ha poi avuto la meglio, e Marco Romano) c’era quella sui quartieri. I partiti dei due candidati (Plr e Ppd), si chiede a questo punto Nava, «sapranno tirare qualche conclusione e andare decisamente in questa direzione?». Non rimane che attendere il dibattito sulla mozione.