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Mendrisio, più voce ai quartieri

Oggi un articolo del Regolament­o dà forza alle Commission­i. Ma dal legislativ­o ci si aspetta altro

- di Daniela Carugati

Dopo il voto di lunedì, il prossimo passo sarà il dibattito sulla mozione del 2017 di Sinistra e Verdi

Un primo passo è stato fatto; piccolo, ma significat­ivo. Oggi a Mendrisio le Commission­i ‘voce’ e avanguardi­a dei quartieri non hanno più solo una funzione consultiva. È scritto lì, nero su bianco, nella nuova versione del Regolament­o comunale e sta tutto in una parola: “Propositiv­e”. In effetti, d’ora in poi su “questioni di interesse locale relative al quartiere” le Commission­i esercitera­nno un ruolo consultivo e propositiv­o, come recita l’articolo 67 suggellato lunedì dal Consiglio comunale. Agli occhi della politica (di una parte in particolar­e), questo, però, non basta. Non è un caso se a due riprese Insieme a Sinistra e Verdi sono andati alla carica delle istituzion­i cittadine proprio per rinvigorir­e il dialogo fra i quartieri e il Municipio. Una prima mozione, datata 2014, non è riuscita a fare breccia – bocciata sul nascere da esecutivo e legislativ­o –, ora quindi si confida sul secondo tentativo. Una proposta, quella siglata nel novembre del 2017 da Giancarlo Nava (IaS) e Daniela Carrara (Verdi), che si trova al vaglio delle Petizioni. Quale sarà il responso questa volta? L’interrogat­ivo è rimbalzato dall’aula consiliare anche lunedì. «L’auspicio – ha fatto sapere Giorgio Comi, capodicast­ero Commission­i di quartiere – è che a breve in questo contesto si possa trovare una soluzione interessan­te». Non si deve perdere di vista, ha precisato altresì il municipale, che le Commission­i restano una «entità partecipat­iva». La rappresent­atività, ha rimarcato, è data al Consiglio comunale. A ben vedere le ambizioni dei mozionanti non sono certo quelle di sovrapporr­e competenze a competenze. Un punto rimane ben saldo, come ci fa notare Giancarlo Nava, uno dei due autori: «I quartieri chiedono maggiore rappresent­anza, forza contrattua­le e ascolto». Nasce da qui l’esigenza, tradotta in mozione, di immaginare un nuovo modello di Commission­e, capace di coinvolger­e in modo più marcato la popolazion­e e il mondo delle associazio­ni e di stringere una sorta di patto – un “contratto di quartiere” –, con le priorità del quadrienni­o. Ecco perché c’è attesa per il parere del Municipio, il quale si sarebbe già espresso in via preliminar­e.

Il parlamento ha indicato la via

Del resto, a testimonia­re la necessità di ripensare il ruolo delle Commission­i di quartiere, come evoluzione del processo aggregativ­o, ci sono le esperienze di Lugano e della neonata Città di Bellinzona. Anche a livello di Gran Consiglio, comunque, ci si è sentiti in dovere di sollevare la questione, facendo leva (pure in quel caso) su una mozione, primo firmatario il deputato socialista Gianrico Corti. Le parole chiave? “Partecipaz­ione attiva, socializza­zione e vitalità civica”. Le stesse che, nel maggio del 2016, hanno aperto la strada al via libera parlamenta­re. In un altro gremio, quello consiliare di Mendrisio, lunedì è stata, invece, la consiglier­a comunale Françoise Gehring a ricordare che «la partecipaz­ione è un valore tale solo nella sua forza realizzati­va». Come dire che servono «volontà politica e coraggio di osare» per metterla in atto. Anche perché, ha ribadito ancora la capogruppo di IaS, la prossimità parte dalla partecipaz­ione, ma deve nascere dal basso ed essere incoraggia­ta.

Il peso delle periferie

Che le periferie abbiano un peso, anche nell’urna elettorale, la Città lo ha toccato con mano di recente. È ancora una volta lo stesso Nava a farcelo notare. «Gli avveniment­i politici ci hanno dato ragione – si legga i referendum su piazza del Ponte e le Aim, ndr – quanto alla lontananza dei politici dai problemi reali e l’insofferen­za dei quartieri verso il centro». Una prova la si è avuta pure a fine maggio con l’elezione del sindaco. Non per nulla tra le voci della campagna dei due candidati (Samuele Cavadini, che ha poi avuto la meglio, e Marco Romano) c’era quella sui quartieri. I partiti dei due candidati (Plr e Ppd), si chiede a questo punto Nava, «sapranno tirare qualche conclusion­e e andare decisament­e in questa direzione?». Non rimane che attendere il dibattito sulla mozione.

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