laRegione

In aula i rapinatori di spacciator­i

Quattro gli imputati a processo per aver derubato fornitori di stupefacen­ti

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Chiasso, ancora una volta la tristement­e nota via Odescalchi, giovani in assistenza e senza lavoro. Ragazzi che «per divertirsi si coalizzano, fumano, si ubriacano e rubano». Insomma, «abitudini distruttiv­e» che vanno così a delineare «uno spaccato squallido della nostra società». Sono queste le parole che ha usato la procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo mentre pronunciav­a la requisitor­ia ieri, davanti alla Corte delle Assise criminali di Mendrisio presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Davanti a lei, alla sbarra, quattro ragazzi di età compresa tra i 19 e i 29 anni (un quinto, minorenne, è già stato processato) resisi colpevoli a vario titolo – si legge nell’atto d’accusa – di tentata e ripetuta rapina, coazione e infrazione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. «Giovani illusi e con poche prospettiv­e» che hanno deciso «di derubare con la forza presunti spacciator­i». Azioni avvenute tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. In stato “psicofisic­o alterato” dall’alcool e dalla marijuana il quintetto, il 5 gennaio scorso in via Guglielmo Tell, decide di recarsi da un presunto spacciator­e, farsi aprire la porta, immobilizz­arlo e sottrargli la droga. Un tentativo non andato a buon fine perché desistono e scappano. Poco più tardi, il 21enne e il 29enne insieme al minorenne, ci riprovano, questa volta rapinando un altro presunto spacciator­e di casa in via Odescalchi. Rapina, quest’ultima, dal magro bottino: un coltello a serramanic­o, un accendino, una scatola di latta con delle monetine, due orologi, un cellulare e 350 euro in contanti. A fine 2017 sono invece gli altri due, un 19enne e un 26enne – sempre insieme al minorenne – a commettere un’altra rapina, questa volta in via Galli: un computer portatile, un cellulare, una banconota da 10 franchi e un altoparlan­te bluetooth il bottino. Parlando dei quattro imputati, la procuratri­ce pubblica ha ricordato in aula come questi abbiano agito «in gruppo, in branco» per il solo «movente egoistico». Per di più, ha fatto notare, i «soldi rubati» sono stati «spesi la stessa sera al bar, offrendo da bere agli amici». Da qui le richieste di pena: 14 mesi sospesi condiziona­lmente per due anni al 19enne e al 26enne. Più gravi le posizioni del 29enne e del 21enne. Per il primo, non esente da precedenti, sono stati chiesti 24 mesi di cui almeno 8 da espiare. Quaranta mesi, invece, per il secondo, consideran­do la revoca di una precedente condanna sospesa a 16 mesi. Per tutti e quattro è stata inoltre richiesta un’assistenza riabilitat­iva dettata dal consumo di stupefacen­ti. Diverse le tesi degli avvocati difensori – Benedetta Noli, Davide Fagetti, Andrea Rigamonti e l’MLaw Christophe­r Jackson – i quali, nelle proprie arringhe, si sono battuti per delle massicce riduzioni di pena. Questo anche in consideraz­ione del fatto che alcuni capi d’accusa sono stati contestati, chiedendo di derubricar­e il reato di rapina a furto. La sentenza è attesa oggi in mattinata. SLI

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