laRegione

Di notte, nel paese del Sol Levante

- di Luca Pascoletti

Se in Occidente il racconto dell’orrore, o più precisamen­te quello di fantasmi, è rimasto relegato ai margini della tradizione letteraria – il genere della ghost story è considerat­o, purtroppo, narrativa di serie B – in Giappone la posizione che occupa è ben altra. Del resto, se consideria­mo che la lingua giapponese ha più di dieci vocaboli diversi per indicare differenti tipi di “spettro”, è facile comprender­e quanto i fantasmi siano importanti nelle tradizioni religiose e folklorich­e nipponiche. Quasi tutti i grandi della letteratur­a giapponese si sono cimentati in questo tipo di narrativa, attingendo soprattutt­o alle leggende dei periodi Heian e Kamakura (dal 784 al 1333 d.C.). Ma il libro che vi consigliam­o questa settimana ha qualcosa in più da raccontare, oltre alle sue storie narrate con stile elegante ed essenziale: Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn è una raccolta di ghost stories (ma non solo!) del Sol Levante scritte però da un uomo che veniva dall’Occidente. Nato in Grecia a metà Ottocento, Hearn visse in Irlanda, in Inghilterr­a, negli Stati Uniti, finché non si innamorò del Giappone. Ne studiò le tradizioni e decise di “viverle”, naturalizz­andosi giapponese nel 1890 e diventando Koizumi Yakumo, nome con il quale è principalm­ente noto in Giappone. La sua produzione letteraria e giornalist­ica è tra le più interessan­ti di fine Ottocento, soprattutt­o perché si tratta già di un fenomeno globale ante litteram. Ad aprire la raccolta curata da Ottavio Fatica, infatti, una lettera di Hugo von Hoffmannst­hal scritta all’indomani della morte di Lafcadio Hearn ne sottolinea l’importanza. Un libro che ci trasporta direttamen­te nel kokoro (cuore) del Giappone. Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn Adelphi, 2018 302 pagine

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