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È Daniel Martin il re del Muro

L’irlandese mette la firma sullo strappo in Bretagna. Mentre il giallo resiste.

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Quando ci prova Riche Porte, a un chilometro buono dal traguardo, sul punto più duro del Mûr-deBretagne, Daniel Martin intuisce che è proprio quello il momento buono. Infatti, basta un esitazione e l’irlandese è già là davanti, in fuga, dopo aver preso tutti in contropied­e. Nonostante dietro il francese Latour si prodighi per riuscire a chiudere (e invece arriverà un secondo dopo), e Valverde si sprema per vincere lo sprint del gruppo. Al termine di quella che è la prima, vera salita di quest’edizione del Tour. E dove Martin dimostra subito di avere le gambe buone, lanciando un messaggio chiaro agli uomini da classifica. E a due di loro, l’olandese Dumoulin e il francese Bardet, la tappa che si conclude sul Muro bretone va decisament­e di traverso. Il primo rimane vittima di una foratura a 5 km dal traguardo e lascia sul campo oltre cinquanta secondi (beccandosi pure una penalità di 20’’ per essere rimasto un po’ troppo a lungo a ruota della sua ammiraglia), mentre il secondo è stato piantato in asso dalla sua ruota anteriore. «Si è spezzata, che volete, sono i rischi – dice il francese –. Sono ripartito montando sulla bici di Tony (Gallopin, ndr), ma è stato tutto inutile. Certo, ho limitato i danni (ha perso 31’’, ndr), ma davanti andavano già troppo in fretta per sperare di rientrare». Chi, invece, ha vissuto un’altra giornata di sostanzial­e tranquilli­tà è il leader della corsa, il belga Van Avermaet, che ora vanta 3 secondi sull’inglese Thomas e 5 sull’americano Van Garderen. Per una classifica che dovrebbe restare immutata anche quest’oggi, in una settima tappa di 231 chilometri (la più lunga di tutte) che pare promessa ai velocisti.

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KEYSTONE Un chilometro a tutta, poi braccia al cielo

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