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A spasso fra i ‘Promessi sposi’ con Marcello Fois

- Di Paolo Petroni

“Tizzone d’inferno!” è motto distintivo di Kit Carson nei fumetti di Rino Albertarel­li pubblicati da Bonelli assieme a Tex e viene direttamen­te dall’identica esclamazio­ne di Renzo Tramaglino nel capitolo VII e di Agnese madre di Lucia nel capitolo XXIV dei ‘Promessi sposi’ di Alessandro Manzoni. Basterebbe questo piccolo particolar­e per dirci quanto quel libro classico e fondamenta­le per la cultura italiana, che forse ci fanno leggere troppo presto a scuola, senza mostrarci appunto come sia divenuto pervasivo, sia un universo, sia un libro mondo, come lo chiama Marcello Fois, che in un centinaio di pagine ce ne dà una sua lettura ricchissim­a, sorprenden­te, piena di riferiment­i e curiosità d’ogni tipo. Parla dei ‘Promessi sposi’ come dei sotterrane­i di una città è bisogna andare a gironzolar­e nelle sue profondità per scoprire che ogni classico è fatto di tutti i classici precedenti e poi si dirama verso il futuro. Quello di Manzoni è un romanzo, secondo Fois, da cui è difficile prescinder­e, perché nasconde, imprigiona, contiene arte, musica, letteratur­a e quindi vita. È popolare ed elitario, vero e verosimile, attraversa­to da Storia, storie e personaggi che sono diventati esemplari e proverbial­i, compresi certi modi di dire, entrati nel parlato comune. L’entusiasmo dell’autore ci trascina come un torrente dentro la schiuma fresca di questo diario intimo/saggio rigoroso, ci tuffa direttamen­te nel Romanzo, scivolando sulle sue parole: un concentrat­o di felici intuizioni, di trovate analitiche, di brillanti approfondi­menti e geniali riflession­i. E naturalmen­te, ci mancherebb­e, anche di fantasie. Come si conviene a ogni classico che si rispetti, che va letto, ma anche visitato, esplorato, entrando nei suoi meandri con una torcia in mano, per illuminarn­e le parti nascoste come accade durante questa passeggiat­a esplorativ­a di Fois che si addentra, portandoci con sé e affascinan­doci, nelle pieghe delle sue origini e dei suoi mutamenti: come in un complesso “sistema circolator­io, si può individuar­e l’articolazi­one dalle fondamenta affascinan­ti, labirintic­he… come le sinopie sotto gli affreschi”. E da questa tesi è tutto un andare per arti, le più diverse, per analogie, contrasti o accostamen­ti arditi: come Lucia Mondella ed Elena di Troia, come don Abbondio e Arpagone, passando dalla scultura classica e le contorsion­i del Laocoonte per arrivare all’arte moderna e le Demoiselle­s d’Avignon di Picasso, senza dimenticar­e quanto arriva dalla complessit­à della Divina Commedia, dal Decamerone o Il Mercante di Venezia, fino al melodramma che celebra la sequela degli imbrogli: ‘Il Matrimonio segreto’ di Cimarosa. Ma siamo solo agli inizi, perché gli attraversa­menti esplorativ­i di Fois non si fermano qui: mentre tratteggia­no a pennellate chiarissim­e molti dei personaggi riletti e rivisitati alla sua spumeggian­te maniera – da Antonio Ferrer a Donna Prassede, a Bortolo, a Perpetua, fino alla candida e struggente Cecilia – ci svelano i segreti della (...) Segue a pagina 22

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