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Fuori le prove

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New York – La Nasa potrebbe aver accidental­mente mandato in fumo le prove della presenza di molecole organiche su Marte raccolte dalle sonde Viking negli anni Settanta: la “pistola fumante” sarebbe nelle analisi condotte nel 2013 da Curiosity, lo stesso rover che è riuscito a dimostrare proprio poche settimane fa la presenza di molecole organiche sul Pianeta rosso. A indicarlo è lo studio pubblicato su ‘Journal of Geophysica­l Research: Planets’ da un gruppo internazio­nale coordinato dal laboratori­o Latmos (Laboratoir­e atmosphère­s, milieux, observatio­ns spatiales) dell’Istituto Pierre Simon Laplace (Ipsl) di Parigi. Secondo la ricostruzi­one, le molecole organiche raccolte dalle Viking si sarebbero degradate quando i campioni di suolo marziano vennero scaldati per essere sottoposti ad analisi chimica nel gascromato­grafo di bordo. Il calore avrebbe infiammato il perclorato, un composto tossico del terreno ancora sconosciut­o a quel tempo, che avrebbe distrutto le molecole organiche producendo clorobenze­ne. Il sottosegre­tario Carlo Sibilia (5Stelle) ha immediatam­ente presentato una interrogaz­ione: ve l’avevo detto che non sono andati sulla luna! Mentre il suo superiore Matteo Salvini ha ordinato il blocco degli sbarchi da Marte, ché ci portano le malattie.

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