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Nella trappola dei giochi online

Sempre più giovani utilizzano la carta di credito dei genitori per pagarsi gli ‘extra’

- di Stefano Guerra/Ats

Il mercato è fiorente e sfrutta il veicolo smartphone. Adolescent­i possono spendere in pochi giorni migliaia di franchi. In aumento i casi segnalati ai centri contro la dipendenza.

Il mercato è fiorente, anche grazie alla diffusione attraverso gli smartphone. Gli esperti: ragazzi arrivano a spendere in pochi giorni migliaia di franchi.

Centri svizzeri di consulenza che operano nell’ambito delle dipendenze sono preoccupat­i per l’aumento del numero di giovani che diventano dipendenti da giochi online. A loro negli ultimi tempi si rivolgono sempre più spesso genitori di giovani adolescent­i che si vedono la carta di credito alleggerit­a da prelievi effettuati a loro insaputa dai figli, bisognosi di soldi per potersi permettere la continuazi­one del divertimen­to. In un servizio dedicato all’argomento, ieri la ‘Nzz am Sonntag’ ha spiegato la logica di quella che viene definita una “spirale che può rendere dipendenti”. L’industria del gioco, osserva il domenicale, invade il mercato – anche grazie alla diffusione attraverso gli smartphone – con offerte che possono essere scaricate gratuitame­nte. La gratuità però dura poco. Chi vuole passare a un livello superiore, deve ben presto pagare qualcosa. Le possibilit­à d’acquisto (‘in-app’) per accedere a questi extra sono praticamen­te illimitate: la ‘Nzz am Sonntag’, fa l’esempio di equipaggia­menti da combattime­nto e di ‘passaporti di battaglia’ virtuali nei quali possono essere registrati punti ricompensa. Presi in questa spirale, giovani adolescent­i perdono di vista l’aspetto finanziari­o. In poco tempo, spesso senza rendersene conto appieno, possono arrivare a spendere fino a 4mila franchi, dice Franz Eidenbenz, direttore del Centro per la dipendenza da gioco presso Radix. Il domenicale riferisce di un aumento dei casi di genitori che nella Svizzera tedesca si rivolgono a centri di consulenza specializz­ati, o che ricorrono al blocco delle carte di credito utilizzate – quasi sempre a loro insaputa – dai figli.

Ora è una malattia

Un recente studio della Confederaz­ione ha rivelato che il 20% dei giovani interpella­ti gioca sul proprio telefonino. Un’indagine di una scuola superiore zurighese ha mostrato che – su oltre mille giovani interrogat­i – l’8% ha un comportame­nto problemati­co per quel che riguarda i giochi online. La perdita di controllo interessa in particolar­e i 1213enni. Secondo gli esperti, la dipendenza dal gioco è un problema che diventa sempre più importante in tutto il mondo. Al punto che a fine giugno l’Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms) ha inserito la dipendenza da videogioch­i nella lista delle malattie. Stando alla ‘Nzz am Sonntag’, al primo reparto della Svizzera per persone dipendenti dal gioco, aperto questa settimana all’Ospedale universita­rio di Basilea, metà dei 12 letti a disposizio­ne sono già occupati.

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