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Il ct: ‘Con l’Argentina la svolta’. Griezmann: ‘Origini diverse, ma tutti uniti’

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Una danza dab negli spogliatoi fatta assieme al presidente Emmanuel Macron, immortalat­o mentre bacia la Coppa; Paul Pogba che si mette la maglia che ha già cucite due stelle; Griezmann che canta e grida «qui è un gran bordello»; il ct Deschamps e il suo personale doppio trionfo, venti anni prima da giocatore e ora da tecnico, assieme al figlio Dylan; il caos gioioso anche in conferenza stampa. La Francia campione del mondo per la seconda volta nella sua storia, a Mosca, è tutto questo. Poi Deschamps, bagnato per la pioggia e lo champagne, prende la parola per dire che «la Francia è campione del mondo: significa che abbiamo fatto meglio degli altri. La nostra squadra è giovane, ma la qualità c’era e ha inciso. Sono orgoglioso che i miei giocatori abbiano mantenuto la stessa mentalità vincente durante tutto il torneo, la vittoria contro l’Argentina (4-3 negli ottavi, ndr) è stata la svolta. I miei giocatori non hanno ancora realizzato cosa vuol dire essere campioni del mondo e ho detto loro che ora saranno legati per sempre, e niente sarà più lo stesso. Magari vinceranno altri titoli, ma non c’è titolo più importante della Coppa del mondo». Anche Antoine Griezmann è orgoglioso... «Siamo stati uniti, e grazie a questa forza abbiamo fatto la storia. Questa è la Francia che amiamo, abbiamo origini diverse ma siamo tutti uniti, condividia­mo la stessa mentalità, giochiamo per la stessa maglia e diamo tutto per lei. Le differenze ci uniscono, com’è scritto anche sulle nostre maglie e io trovo tutto questo bellissimo». Comprensib­ilmente deluso nonostante il premio di miglior giocatore del torneo Luka Modric... «Il Pallone d’Oro dei Mondiali? Non posso dire di essere indifferen­te, è un grande titolo, una ricompensa per tutto quello che ho fatto nel Mondiale, ma avrei voluto vincere la Coppa del mondo più di ogni altra cosa... Abbiamo la sensazione di avere giocato sullo stesso livello dei francesi, se non meglio. Il momento cruciale del match è stato il rigore, prima di quel momento stavamo dominando il gioco, ma io non ho visto niente. Non possiamo cambiare nulla ora e non mi è mai piaciuto parlare degli arbitri, che fanno un lavoro difficile».

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