IL MENU DEL VERTICE
Siria Gli Usa avrebbero accettato di mantenere in sella Bashar al Assad, almeno per un periodo, e in cambio chiedono il ritiro dell’Iran dalla Siria. Posizione definita “non realistica” dal Cremlino. Il punto di caduta sembrava essere il disimpegno delle truppe filo-iraniane in un’area di 100-80 chilometri dai confini israelogiordani ma poi Israele avrebbe insistito per il ritiro totale, che Mosca non può garantire.
Ucraina Le indiscrezioni secondo cui Trump avrebbe definito la Crimea come «russa» hanno allarmato Kiev. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ne ha parlato con il presidente Usa a margine del summit Nato. Mosca vorrebbe che l’Occidente esercitasse una pressione maggiore su Kiev perché attui in fretta i capitoli degli accordi di Minsk di sua competenza. Resta aperta la possibilità di una missione dei Caschi Blu nel Donbass.
Nord Corea Trump ha bisogno di risultati in fretta e Putin potrebbe corrergli in aiuto. La Russia non ha l’influenza cinese, ma gode di una certa fiducia da parte di Pyongyang.
Equilibrio strategico Il capitolo che più interessa alla Russia è il mantenimento del trattato Inf sui missili di corto e medio raggio e l’avvio delle trattative per il rinnovo del trattato Star (scadenza: 2021). Al centro delle accuse incrociate da un lato le stazioni antimissilistiche Usa in Polonia e Romania, dall’altro i nuovi missili russi, simili al razzo da crociera Kalibr, ma in grado di essere lanciati da terra.
Russiagate Il capitolo che più interessa agli Usa. In chiave voto di mid-term, Trump vuole dare l’impressione all’opinione pubblica di aver parlato in maniera «schietta e dura» a Putin e di aver ottenuto garanzie sulla non intromissione russa nelle elezioni Usa. Mosca potrebbe ridurre la pressione della sua campagna ibrida (social, ecc).