In migliaia sulle tracce dell’‘Ursus Spelaeus’
L’anno scorso sono stati in oltre 2’400 ad aver visitato la Grotta dell’Orso sul Monte Generoso. Un risultato positivo, ma che mostra anche margini di miglioramento. Ne è convinto il professor Fabio Bona, docente del Dipartimento di scienza della Terra dell’Università Statale di Milano, che di recente ha coordinato l’annuale campagna di scavi nella grotta. Un’attività didattico-scientifica che ha visto la partecipazione di 16 studenti dell’ateneo milanese. «Ci sono stati ritrovamenti importanti: molti piccoli mammiferi e numerosi frammenti di ossa dell’orso preistorico – spiega il docente –. Quindi, se nel 2017 abbiamo registrato 2’400 visitatori, quest’anno contiamo di mettere a segno un nuovo record». Anche le visite, tutte guidate con accompagnatori provenienti dal mondo accademico ed esperti, hanno registrato sin qui una partecipazione «più che soddisfacente», ribadisce il professore dell’Università Statale, responsabile pure della formazione delle guide. Alla Grotta dell’Orso, del resto, si può entrare solo se si è accompagnati. Iniziate in giugno, le visite andranno avanti sino al mese di ottobre. L’accesso alla grotta è garantito tutti i giorni dalle 10.45 alle 16.45. In caso di maltempo, per comprensibili motivi, le visite vengono sospese. L’iniziativa è promossa d’intesa con la Ferrovia del Monte Generoso, partner nel progetto, nella gestione e nelle attività proposte nell’anfratto preistorico che si trova in territorio italiano – a poche centinaia di metri dalla vetta – ed è stato scoperto negli anni Ottanta da due speleologi svizzeri. La grotta sul Monte Generoso, peraltro una delle settantatré cavità naturali censite sul massiccio, è destinata a diventare sempre più attrattiva soprattutto dopo la decisione di finanziare, con fondi comunitari nell’ambito del programma Interreg Italia-Svizzera, una serie di interventi puntuali. È il caso del rifacimento dell’impianto di illuminazione, dei camminatoi, dell’accesso alla grotta e dei sentieri che a Orimento, centro Valle Intelvi, portano in quota. Insomma, sulle tracce dell’‘Ursus Spelaeus’, oltre 500 gli esemplari vissuti ed estinti sul Monte Generoso tra gli oltre 30mila e i 50mila anni orsono, a beneficiarne sarà anche il turismo.