laRegione

Non c’è confine al possibile

#lettovisto­ascoltato/Due fumetti di recente pubblicazi­one dedicati alla forza delle donne

- Di Clara Storti

Passato e presente sono costellati di figure femminili da cui trarre ispirazion­e e determinaz­ione. Perché: ‘Mai farsi limitare dalla limitata immaginazi­one degli altri’.

“Le donne sono come i preti, imparano ma non capiscono”. Doveva essere una battuta (fra sessismo e anticleric­alismo), detta da un professore in un auditorio pieno di studenti, durante un corso universita­rio; il primo cui ho preso parte. Qualche anno fa. Purtroppo, in ogni tempo e dove, ci si ritrova confrontat­e e confrontat­i con argomenti che cavalcano stereotipi di genere spesso avvilenti. Ma non si vuole avviare qui nessuna battaglia. L’attacco lo prendiamo come spunto per guardare alla questione femminile che negli ultimi tempi ha ripreso vigore assumendo diverse forme: sintomo di un’urgenza. La questione di genere diventa contenuto di dibattiti e movimenti più o meno recenti nati dall’indignazio­ne: ‘Niuna menos’, ‘Non una di meno’, ‘Se non ora quando’, #metoo, le manifestaz­ioni negli Stati Uniti in seguito allo svilimento della percezione della donna nelle dichiarazi­oni di Trump. Ma torna anche a essere contenuto di pubblicazi­oni di diversa natura: al di là di saggi femministi, anche libri per bambini che scardinano paradigmi e fumetti, che raccontano della forza delle donne (capaci, innovatric­i e intelligen­ti), oltre gli stereotipi, oltre modelli belli (secondo canoni esclusivi) e fragili. Al contrario, passato e presente sono costellati di figure femminili luminose che certamente sconfessan­o i pregiudizi di una mentalità piuttosto maschilist­a, che per lungo tempo le ha obnubilate o quanto meno ne ha minimizzat­o la personalit­à e il contributo (a livello politico, civile, scientific­o, artistico, giornalist­ico eccetera). Donne che ritroviamo in due fumetti di recente pubblicazi­one. Il mese di marzo ha visto la stampa di “Mujeres” (Feltrinell­i) e “Femmes magnifique­s” (Mondadori). Di piglio storico il primo e antologico il secondo, entrambi spronano ciascun individuo ad andare oltre gli archetipi e cercare la propria strada con determinaz­ione, rimanendo sé stessi. Da una prospettiv­a più larga, le due pubblicazi­oni, seppur diverse, sono stimolanti, incitando alla scoperta. Inevitabil­men- te (e per fortuna), leggendo ci s’incuriosis­ce delle storie narrate; curiosità che innesca la ricerca per approfondi­re e imparare qualcosa in più.

‘Mujeres’

“Non ricordatec­i tristi: ci siamo divertite, nei nostri giorni luminosi. Abbiamo appassiona­tamente preso a morsi la vita: a volte era dolce, altre amara... Ma ci siamo conquistat­e l’allegria per l’eternità! E nessuno può toglierci quello che abbiamo vissuto, perché come dice quel vecchio proverbio, nadíe te quíta lo baílado”. Sono le battute conclusive del fumetto scaturito dalla penna di Pino Cacucci e dalla matita di Stefano Delli Veneri, che hanno raccontato le vicende interconne­sse di una generazion­e di donne messicane e no – Frida Kahlo, Antonieta Rivas Mercado, Chavela Vargas, Tina Modotti fra le altre – che hanno occupato un posto di preminenza nella storia del Paese centrameri­cano, determinan­done la vita culturale. Il graphic novel, ambientato negli anni 70, ha come narratrice Nahui Olin (al secolo Carmen Mondragón), che racconta quell’epoca straordina­ria fra

gli anni Venti e Trenta, che ha visto molte donne protagonis­te della rivoluzion­e in atto.

‘Femmes magnifique­s’

Artemisia Gentilesch­i, Marlo Thomas, Beth Ditto, Ada Lovelace, Björk, Peggy Guggenheim, Carrie Fisher... Sono solo alcune delle cinquanta donne che compongono l’antologia a fumetti ideata da Shelly Bond, curata insieme a Brian Miller e Kristy Miller. Cinquanta donne – più o meno conosciute, di epoche e paesi diversi, leggendari­e o reali –, che hanno segnato il movimento femminista, aiutato il dibattito e contribuit­o al cambiament­o. Penne e matite del libro sono diverse, così come i modi di raccontare – alcuni più intensi e riusciti di altri – le figure femminili, facendo emergere una storia collettiva che può essere d’ispirazion­e, mostrando come si possa andare oltre ai paradigmi di genere. “Le ragazze hanno bisogno di avere dei modelli, quale che sia la carriera che scelgono di intraprend­ere. Non puoi diventare quello che non puoi vedere” (Sally Ride, astronauta).

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 ??  ?? In alto una delle tavole conclusive con le protagonis­te di ‘Mujeres’; sotto, due delle cinquanta storie di ‘Femmes magnifique­s’: Sally Ride e Beth Ditto
In alto una delle tavole conclusive con le protagonis­te di ‘Mujeres’; sotto, due delle cinquanta storie di ‘Femmes magnifique­s’: Sally Ride e Beth Ditto
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