Pasture e i metodi della Sem
La scelta di anticipare i tempi del Centro federale d’asilo (Cfa) e di fare dello stabile Ffs a Pasture la soluzione logistica provvisoria (a supporto l’attuale struttura di Chiasso) nella popolazione del Mendrisiotto ha suscitato “non poco sconcerto e malumore”. A dirlo sono i deputati della Lega Massimiliano Robbiani e Daniele Caverzasio. E se gli interrogativi sono rivolti al Consiglio di Stato, l’indice è puntato verso la Sem, la Segreteria di Stato della migrazione. “I metodi di comunicazione relativi all’apertura dello stesso – l’edificio delle Ferrovie, ndr –, nonché i processi decisionali che stanno a monte – rimproverano i due parlamentari – fanno sospettare che la Segreteria di Stato della migrazione agisca senza consultare le autorità cantonali e comunali e che le decisioni vengano prese senza valutare accuratamente tutte le possibili opzioni e alternative, ignorando le diverse sensibilità locali”. Detta altrimenti, chiariscono, “risulta inaccettabile che la regione di frontiera debba essere l’unico bacino al quale destinare i rifugiati”. Anche se la presenza a Sud del Centro a partire dal 2023 è ormai un dato di fatto. A questo punto, chiedono i granconsiglieri, il Cantone ritiene che la Sem abbia “comunicato in maniera soddisfacente la decisione”? Inoltre, il Consiglio di Stato, non pensa “debbano essere trovate soluzioni alternative dove destinare i richiedenti l’asilo”? Robbiani e Caverzasio si domandano e sollecitano l’autorità cantonale altresì sul fatto che si possano “dare alla popolazione sufficienti garanzie in termini di sicurezza”. Infine, “quali sono i provvedimenti che intende introdurre per compensare l’aumento del Cfa – con i suoi 350 posti, ndr – rispetto al Centro di registrazione e procedura, e sollevare quindi la regione da ulteriori presenze di richiedenti”?