laRegione

La cassa malati? Irrilevant­e il nome

- Di Simonetta Caratti

‘Pubblicate il nome della cassa malati che si rifiuta di pagare le cure oncologich­e ad un dodicenne. I cittadini devono sapere, così da scegliere quale cassa evitare’. ‘C’è la lista nera dei morosi, vogliamo quella delle casse malati’. Accanto alla solidariet­à, si è scatenata una caccia alle streghe, a colpi di email, anche rabbiosi e commenti sui social del giornale. Si chiede insistente­mente il nome della cassa malati. Ma di fatto è irrilevant­e e spieghiamo perché. Lunedì, ‘laRegione’ ha pubblicato la storia di una famiglia del Mendrisiot­to messa in ginocchio dal sarcoma diagnostic­ato al figlio 12enne, gravata da molte spese extra dettate dalla grave malattia e angosciata dalla decisione della cassa malati di non pagare le cure per evitare nuove recidive. Una fattura di 3mila franchi, che se non coprirà l’assicurazi­one, salderà la Lega contro il cancro. Una storia che ha commosso il Ticino mostrando una sana solidariet­à tra i cittadini, tutti assicurati e potenziali vittime: in due giorni sono stati raccolti oltre 20mila franchi. Una generosità che cozza contro la vergognosa miopia, dimostrata da rigidi ‘yes man’ di una cassa malati, che peccando in eccessivo formalismo perdono di vista l’etica. Questo pensiamo, ma dobbiamo arrenderci all’evidenza che la cassa malati in questione (una tra le più grandi!) ha applicato le ferree norme in vigore. Oggi è una cassa malati, domani potrebbe essere un’altra, poco importa il nome. Determinan­te è intervenir­e su quel sistema, che permette ampie zone grigie, dove un’assicurazi­one può decidere di non pagare un farmaco salvavita ad un dodicenne. Un farmaco che l’oncologo definisce importante, non terapie ultramoder­ne dai costi esorbitant­i, ma un medicament­o da usare in una modalità nuova, che offre dei possibili vantaggi, ad un costo irrisorio. Speculare su questa terapia abbassa il tasso di guarigione, aumenta il rischio di recidiva e la possibilit­à di guarire definitiva­mente, o di subire eventuali interventi chirurgici invasivi che causerebbe­ro altre sofferenze e costi esorbitant­i. Risparmiar­e 3mila franchi oggi per spenderne 100 volte in più? Dove sta la logica non lo capiamo. Oggi l’ha fatto una cassa malati, domani potrebbe farlo un’altra. Se avremo più casi, chi pagherà? Facciamo una colletta ogni 6 mesi? È urgente intervenir­e a livello federale ed è quello che farà la parlamenta­re Marina Carobbio, che siede nella Commission­e di sicurezza sociale e della sanità del Nazionale. Lei e altri colleghi. Così potremo evitare che una mamma, tra qualche mese, si chieda di nuovo: ‘Perché non pagano cure così importanti a nostro figlio?’.

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