Il caso del 12enne a Berna
Cure antitumorali non coperte, ecco come la deputata Carobbio agirà a Palazzo Come per le malattie rare, dice la socialista, serve un riconoscimento particolare per i pazienti oncologici pediatrici
Sarà discusso a Berna il caso del 12enne del Mendrisiotto ammalato di sarcoma, che si è visto rifiutare dalla cassa malati la copertura della terapia da 3mila franchi per evitare recidive, che l’oncologo pediatra Pierluigi Brazzola gli ha prescritto all’ospedale San Giovanni di Bellinzona. «Ad agosto porterò il caso alla Commissione di sicurezza sociale e della sanità del Nazionale. Oggi abbiamo un concetto nazionale per le malattie rare che punta a favorire un migliore riconoscimento e una presa a carico dei pazienti. Sarebbe opportuno averlo per analogia anche per l’oncologia pediatrica, così da poter usare in Svizzera cure omologate altrove e vedersele rimborsare senza problemi dalle casse malati», spiega la deputata socialista al Nazionale Marina Carobbio, membro di comitato dell’associazione ‘Cancro infantile Svizzera’ che raggruppa tutte le organizzazioni nazionali sul tema. Marco Chiesa, deputato al Nazionale Udc, userà un’altra via, chiederà al Consiglio federale come risolvere i casi in cui il medicamento non è riconosciuto da Swissmedic, mentre il medico lo reputa indispensabile. «Così che l’assicuratore sia obbligato a pagarlo», spiega.
‘Dobbiamo agire rapidamente’
Il caposervizio di oncologia pediatrica Brazzola ha segnalato il caso al nostro giornale sollevando una vigorosa ondata di solidarietà che ha lasciato la madre del ragazzo 12enne senza parole: ‘Tanta generosità ci ha davvero spiazzato, ringraziamo tutti’. Risolto il problema della fattura scoperta per la terapia anti-recidiva, collaudata in Europa, si apre il capitolo della politica: come evitare che altri ticinesi si trovino nella medesima situazione in futuro? Abbiamo una cassa malati che applica la legge in modo legale ma restrittivo. Questa terapia non è nell’elenco dei medicamenti obbligatoriamente a carico dell’assicurazione malattie e non è omologata da Swissmedic. Di conseguenza la cassa malati la rimborsa solo se soddisfa
determinati criteri, come ad esempio l’elevato beneficio terapeutico. Per la cassa malati «non ci sarebbe sufficiente letteratura sui benefici elevati della cura per questo tipo preciso di sarcoma». Per il medico curante la cura è importante e «l’elevato beneficio è spesso quasi impossibile da dimostrare in pediatria, perché ci sono pochi studi». Le
discussioni sono tutt’ora in corso. Ma l’oncologo segnala che c’è un caso l’anno. Cosa può fare la politica? «Dovremmo estendere il concetto nazionale delle malattie rare alle malattie pediatriche tumorali. È un passo da fare rapidamente. Importante è poter usare e vedersi rimborsati in Svizzera medicamenti validi, riconosciuti all’estero, senza assistere a
così tante differenze tra una cassa malati e l’altra. Chiederò all’Ufficio federale della sanità quanti casi simili ci sono in Svizzera». Servirebbe come chiedono molti lettori una lista nera delle casse malati? «C’è un grosso problema di arbitrarietà, ma il problema di fondo è che l’assicurazione, applicando in modo restrittivo la legge,
può non pagare un farmaco importante per la guarigione di un minorenne con un sarcoma particolare. Ci vuole un riconoscimento per questi gruppi di pazienti, come abbiamo fatto con le malattie rare. A livello politico si sta lavorando per facilitare il riconoscimento in Svizzera di farmaci omologati in Europa», conclude Carobbio.