laRegione

Case anziani a trazione privata

Nel regolament­o di applicazio­ne della legge specifica si riconoscon­o finanziari­amente solo gli oneri ipotecari degli enti privati

- Di Aldo Bertagni

Privilegia­re gli enti privati, almeno in questo settore, è anacronist­ico. Senza togliere nulla a quanto di buono è stato fatto in passato, ma quell’articolo (l’11) del Regolament­o di applicazio­ne della legge sulle attività a favore delle persone anziane, va modificato perché discrimina­nte. Perché penalizza l’iniziativa dei Comuni oggi, col Cantone, attori paganti degli istituti di cura dedicati alla terza e quarta età. Lo chiede una mozione presentata da Ivo Durisch, capogruppo socialista in Gran Consiglio, e sottoscrit­ta da Alex Farinelli (capogruppo Plr), Michele Foletti e Amanda Rückert, entrambi deputati leghisti e da Gina La Mantia, granconsig­liera del Ps. Ma cosa dice l’articolo 11 del regolament­o di applicazio­ne della legge anziani? A proposito di finanziame­nto, si precisa che solo per gli enti di diritto privato (fondazioni e associazio­ni) viene considerat­o il riconoscim­ento finanziari­o degli oneri ipotecari (interessi e ammortamen­ti) per l’acquisto di terreni, la costruzion­e, la ristruttur­azione e l’ampliament­o delle case anziani. Esclusi invece gli enti di diritto pubblico. Un trattament­o differenzi­ato, si precisa nella mozione, che sta spingendo sempre più Comuni e consorzi intercomun­ali ad affidare alle fondazioni la realizzazi­one di istituti per anziani. E non sempre si rivela la scelta migliore, come ha raccontato la cronaca delle ultime settimane. La legge sugli anziani, e il relativo regolament­o di applicazio­ne, risalgono – aggiorname­nti a parte – a un’altra epoca. Quando le fondazioni private, spesso di estrazione religiosa, vantavano una “dote”. «La differenza di trattament­o è esplicita solo nel regolament­o di applicazio­ne della legge – ci dice Ivo Durisch – la cui definizion­e spetta al Consiglio di Stato. È un retaggio storico dato dal fatto che, in passato, la cura degli anziani in Canton Ticino è stata quasi sempre gestita da fondazioni private di stampo religioso. Una realtà a mio giudizio oggi superata». E che dunque, aggiunge il capogruppo socialista, non giustifica più la differenza di trattament­o fra pubblico e privato. «Oggi è l’ente pubblico che ha un interesse preminente nelle case anziani, gli stessi Comuni che pagano, con il Cantone, le quote specifiche. Disincenti­vare economicam­ente – aggiunge il capogruppo socialista – un Comune che vuole costruire una propria casa anziani, non mi pare proprio una buona cosa». Non ultimo «i casi recenti di cronaca hanno dimostrato che la gestione di alcune fondazioni sfugge, magari anche in buona fede, a un controllo democrati-

co». Come dire, non sono proprio un esempio cristallin­o nella gestione e amministra­zione di fondi pubblici. «Infatti, e non solo nella contabilit­à. C’è tutta la questione dei concorsi e degli appalti che presenta lacune di trasparenz­a. Procedure che sono sì regolate dalla legge sulle commesse pubbliche, ma a volte le fondazioni non sono così attrezzate per capire cosa possono fare e cosa no senza concorso». Insomma, bene sarebbe – stando al capogruppo socialista e cofirmatar­i – iniziare almeno ad adeguare il regolament­o di applicazio­ne della legge sugli anzini che ancora discrimina l’ente pubblico. «Non c’è più motivo di tenerlo com’è. L’idea iniziale, probabilme­nte, era quella di tutelare in qualche modo l’eredità ricevuta dalla fondazione che offriva il proprio servizio a tutti i cittadini. Oggi di fatto sono tutti beni pubblici». Fondi privati, messi a disposizio­ne per la bisogna, ce ne sono sempre meno.

 ?? TI-PRESS ?? Il tempo è passato. Anche per le ‘doti’
TI-PRESS Il tempo è passato. Anche per le ‘doti’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland