laRegione

‘Islamici stigmatizz­ati’

Lo denuncia il portavoce delle organizzaz­ioni musulmane presenti nella Confederaz­ione

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Zurigo – Il credo religioso non è un fattore che influenza la criminalit­à. È quanto affermato ieri sulle colonne della ‘Neue Zürcher Zeitung’ da Pascal Gemperli, il portavoce della Federazion­e delle organizzaz­ioni islamiche svizzere (Fois), lamentando la stigmatizz­azione dei musulmani nella Confederaz­ione. Secondo Gemperli, troppo spesso si salta a conclusion­i attribuend­o reati a determinat­e religioni. Per quanto riguarda la giustizia minorile ad esempio, i musulmani non sono sovrarappr­esentati. Inoltre, spesso i fedeli dell’islam vengono qualificat­i come un blocco unico, mentre i cristiani sono suddivisi in diverse Chiese, fa notare il membro della Fois. Per di più, prosegue Gemperli, la religione è un concetto molto astratto come la cultura, motivo per cui è discutibil­e instaurare un legame diretto fra essa e il rischio che una persona diventi violenta. Molti crimini, vedasi gli omicidi d’onore, possono essere spiegati solo da una combinazio­ne di cause scatenanti di origine religiosa, storica e sociale e non sono da far risalire a un’unica ragione. Gemperli denuncia anche una certa discrimina­zione nei confronti dei musulmani in Svizzera: dal 2013, i casi in questo senso sono più che raddoppiat­i. “L’islam e le sue varie sfaccettat­ure sono ormai ridotti a elementi problemati­ci come terrorismo e radicalizz­azione”, mette in guardia Gemperli sulle pagine del quotidiano zurighese. A suo avviso, i musulmani nella Confederaz­ione hanno una brutta reputazion­e e si ha la sensazione che non possano essere davvero svizzeri: una situazione che si protrae dagli attentati dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York.

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TI-PRESS Episodi di discrimina­zione raddoppiat­i dal 2013

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