Paravento con ‘Teatro in festa’ e Bistrot
«Un luogo di serenità – per dirla con Miguel Cienfuegos –; un luogo d’incontro fuori dall’euforia generale». Un luogo, ancora, «che si lega alla realtà locale, alla difesa della produzione e dell’identità interna». È un ruolo, quello descritto, che il Teatro Paravento di Locarno rivendica fortemente, certo che nel marasma del “tutto uguale, tutto forte, tutto lounge”, uno spazio di qualità artistica non urlato, che sottolinei la dignità del teatro di qualità, sia quanto di più importante si possa immaginare. L’isola dunque prefigurata dal direttore artistico della compagnia teatrale locarnese riaffiorerà anche nell’immediato pre-Festival del film – con “Il Teatro in festa” – e anche durante la rassegna, con l’abituale offerta artistico-musicale sotto l’egida del Bistrot. La rassegna teatrale, da lunedì 23 a domenica 29 luglio, è stata imbastita sul criterio della qualità. Ne sono testimonianza tutte le proposte in cartellone: la “Carmen” del Teatro Blu con Silvia Priori il 23 luglio; “Piccoli eroi” con il Teatro del Piccione nel suo ambito narrativo il 24; l’“Urlando furiosa” di Rita Pelusio, un teatro comico e poetico il 25 luglio; “Piccoli passi”, il secondo atto della trilogia della lontananza curata proprio dalla Compagnia Teatro Paravento il 26; “I raccoglitori” con il loro “Conciorto”, ovverosia l’arte di far suonare gli ortaggi (ed è garanzia di qualità la presenza di Luigi Carlone, anche membro della Banda Osiris) il 27; la versione strampalata e geniale di “Romeo e Giulietta - l’amore è saltimbanco” con lo Stivalaccio Teatro il 28; e “Sciopero”, con Yo Yo Mundi che musicherà dal vivo l’omonimo lungometraggio del ’25 di Ejzenstejn (quello della celeberrima “Corazzata Potemkin”) il 29 luglio. Il tutto ad entrata rigorosamente libera. Un “atout”, quello della gratuità, ribadito con il Bistrot, che dal 1° all’11 agosto, a cavallo di un concetto complesso, variegato e controverso come il ’68, richiamerà al Paravento appassionati di musica folk, greca, rock e blues, musica balcanica e brasiliana, jazz, african groove e latinoamericana. Ma non solo: l’epoca della rivoluzione dei costumi rivivrà anche nelle foto di viaggio e d’autore del grande Erich Bachmann (l’uomo che ha immortalato Clint Eastwood, Muhammad Ali, Tina Turner, John Lennon e altri), e nell’installazione di Francesco Mariotti. Tutte le informazioni di dettaglio sui programmi si trovano su