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‘Le alternativ­e sono diverse, il terreno ora è fertile: c’è interesse anche da noi’

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«Vogliamo trovare dei partner affidabili senza scopo di lucro, non necessaria­mente solo delle cooperativ­e: le alternativ­e sono diverse». Complice l’esempio zurighese (cfr. articolo principale), la titolare del Dicastero immobili di Lugano – pur ammettendo il ritardo nella definizion­e di una strategia sugli alloggi a bassa pigione – è ottimista: «Entro fine estate presentere­mo il bando di concorso per l’attribuzio­ne del terreno di via Lamberteng­hi in diritto di superficie». Finalmente quindi ci siamo, la Città sta per entrare in una nuova fase operativa della sua politica sugli affitti moderati. Il comparto individuat­o – oggetto di più atti parlamenta­ri da anni – non è l’unico dove dovrebbe fiorire questo genere di abitazioni. Il Consiglio comunale ha approvato a inizio febbraio l’acquisto di un altro terreno – in via Industria, adiacente all’ex proprietà Spoor – per gli stessi scopi. E diversi altri, da Viganello a Loreto, sono stati individuat­i e sono ritenuti ‘papabili’. «Siamo però ancora in sospeso sul tipo di ente autonomo da costituire, come richiesto dal Cc – constata la municipale –, una delle possibilit­à sarebbe entrare con del capitale in un ente di pubblica utilità già esistente, come ad esempio Atisa (la Alloggi Ticino Sa, società con forte partecipaz­ione statale e quindi di interesse pubblico, ndr) senza formare un ente ex novo». A Zanini Barzaghi tuttavia piace molto lo scenario zurighese, con una differenzi­ata gamma di fondazioni attive nel campo. «Operano con una strategia lungimiran­te approvata dall’ente pubblico – valuta –, trovo che la loro autonomia con un minimo di controllo sia una scelta vincente: le fondazioni sono enti che si muovono sul mercato come attori privati, ma devono sottostare ad organi di vigilanza e i loro preventivi devono essere approvati dal Cc. E la responsabi­lità sociale è scritta negli statuti». Che si tratti di mettere a disposizio­ne terreni in diritto di superficie per cooperativ­e o altri enti di pubblica utilità, di studiare delle strategie per recuperare edifici esistenti o sempliceme­nte fornire consulenze a privati, il modello sembrerebb­e essere sempre Zurigo o altre realtà oltralpe. Ma il Ticino non ha la stessa tradizione, i tempi sono maturi? «Secondo me sì. Diversi enti, anche dal settore immobiliar­e si sono già manifestat­i: c’è interesse. Lo sfitto nelle nuove costruzion­i comincia ad essere alto e il tema del rinnovo degli edifici vetusti è sempre più importante. Inoltre mi sembra che ora il tema della responsabi­lità sociale non sia più un tabù. Secondo le nuove linee strategich­e del Municipio si vuole “favorire la coesistenz­a nei quartieri di diverse funzioni e di abitazioni rivolte alle diverse generazion­i e ceti sociali”. È ora di passare dalle parole ai fatti, e non è semplice».

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