Accordi messi in pericolo
Economiesuisse invita a respingere l’iniziativa Udc per l’autodeterminazione
La proposta di dare precedenza al diritto svizzero rispetto a quello internazionale crea ostacoli alle imprese per l’accesso ai mercati esteri
L’iniziativa “per l’autodeterminazione” mette in pericolo più di 600 accordi economici che garantiscono alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali. Economiesuisse ha ribadito i motivi del suo ‘no’ all’iniziativa dell’Udc. Per la federazione delle imprese elvetiche, l’iniziativa denominata ‘il diritto svizzero anziché giudici stranieri’ indebolisce e isola la Svizzera quale partner contrattuale sulla scena internazionale. Se fosse approvato in votazione, il testo genererebbe un risultato contrario a quello promesso. L’iniziativa metterebbe a repentaglio la collaudata e stabile interazione fra diritto nazionale e internazionale. Qualità svizzera significa anche che “rispettiamo gli accordi presi”, ha dichiarato davanti ai media riuniti a Zurigo Jan Atteslander, responsabile del dossier di politica economica estera di economiesuisse. Una perizia presentata nell’aprile di un anno fa dalla professoressa Christiane Kaufmann, dell’Università di Zurigo, era arrivata alla conclusione che un’approvazione dell’iniziativa aumenterebbe le incertezze giuridiche. La sua applicazione porterebbe inoltre alla necessità di uscire dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e comporterebbe ad esempio difficoltà nell’accordo di libero scambio con la Cina. Numerosi accordi internazionali andrebbero rinegoziati e in caso di mancato accordo andrebbero “se necessario” disdetti. Il testo dell’iniziativa non precisa tuttavia a chi spetterebbe questa decisione. Ci sarebbero troppe questioni aperte da risolvere, ha dichiarato la titolare della cattedra di diritto internazionale ed europeo dell’Università di Zurigo. Se si tiene conto dell’attuale situazione politica internazionale – con gli Usa che minacciano guerre commerciali – è importante garantire la sicurezza degli accordi vigenti, afferma la professoressa Kaufmann. Sarebbe sbagliato voler cambiare un sistema che non crea problemi, ha aggiunto Jan Atteslander. Per economisuisse, la votazione che si terrà il prossimo 25 novembre è la “più importante dell’anno”. L’iniziativa chiede che la Costituzione federale prevalga sul diritto internazionale, fatte salve le disposizioni cogenti come il divieto della tortura. In caso di contraddizione le autorità dovranno adeguare gli obblighi imposti dalle normative internazionali alla Costituzione, se necessario denunciando anche i trattati internazionali.