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Ovs chiude, Unia tiene aperta la vicenda

Manifestaz­ione sindacale stamattina presso la filiale di Bellinzona. Gargantini: ‘I salari devono essere pagati’.

- Di Daniel Ritzer

«Potete chiudere pure tutte le filiali ma non chiuderete con noi», annuncia Giangiorgi­o Gargantini di Unia. La manifestaz­ione sindacale prevista stamattina in Piazza del Sole a Bellinzona tra le 10.30 e le 12 è tesa a dimostrare solidariet­à e vicinanza alle lavoratric­i e ai lavoratori, indica il responsabi­le sindacale, ma con uno scopo ben concreto: «Non deve restare un franco scoperto per i dipendenti che hanno lavorato con fedeltà e profession­alismo fino all’ultimo giorno». Le disdette ai 1’150 impiegati a livello nazionale (una quarantina in Ticino), si ricorda, sono state inviate a giugno a seguito dell’annunciata chiusura di tutte le filiali. Dal punto di vista del sindacato, la procedura di licenziame­nto collettivo prevista dal codice delle obbligazio­ni – per quello che definiscon­o ‘uno dei peggiori casi di licenziame­nto di massa nel settore della vendita della storia in Svizzera’ – non è stata seguita in modo corretto (tra l’altro senza aver presentato alcuna proposta di piano sociale per le persone lasciate a casa). Oggi la principale preoccupaz­ione di Unia riguarda i crediti salariali tutt’ora aperti. «Non c’è stata nessuna conferma da parte dell’azienda che verranno pagati. L’altro ieri durante un’intervista alla radio, il portavoce della società ha utilizzato più volte il condiziona­le... – commenta Gargantini e continua – aspettiamo con ansia il pagamento degli stipendi di luglio, solo allora sapremo con certezza a che punto siamo». La moratoria concordata­ria non può privilegia­re alcuni creditori rispetto ad altri e garantisce solo il pagamento delle ore effettivam­ente lavorate. Con la chiusura definitiva dei negozi (prevista a fine giornata) il sindacato si chiede chi pagherà ai collaborat­ori l’ultima settimana di salario e tutte le spettanze attualment­e in sospeso. L’ipotesi più temuta resta quella di un’interruzio­ne anticipata dei rapporti di lavoro, ipotesi sostenuta dal probabile fallimento della Sempione Fashion. «Anche se ce la s’immagina facilmente, non accetterem­o mai una fine anticipata dei rapporti di lavoro che non rispetti i termini legali di disdetta. Tutti gli scoperti saranno rivendicat­i. Se necessario pure in Italia, presso la casa madre».

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TI-PRESS/CRINARI A Bellinzona

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