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Con l’hockey faccio impresa

- Di Alessandro Trivilini, ricercator­e e osservator­e scientific­o

Oliver ha da poco concluso il suo stage alla Supsi, e dopo un provino fatto presso un College americano si è materializ­zata l’opportunit­à di conseguire un sogno, frequentar­e per un anno intero una selezione internazio­nale di giovani talenti sportivi. Ma lui, intraprend­ente e consapevol­e che lo sport ha un tempo limitato, ha unito da subito l’utile al dilettevol­e e ha fatto impresa.

“Ciao Oliver, come va?” – chiede Ale alla reception del dipartimen­to. “Tutto bene grazie! Tra poco parto!” – risponde Oliver gasato. “Ah, finisci lo stage, e cosa farai dopo?”. “Parto, mi trasferisc­o in America per un anno!”. “Wow, allora è vero, Giorgia mi aveva accennato qualcosa! Ma credevo fosse una bufala”. “No, no, è tutto vero, vado in Minnesota a giocare a hockey” – spiega Oliver. “Fantastico! Ma cosa fai, lasci gli studi per tentare la carriera sportiva?” – chiede Ale. “Sì, anzi, no, forse. Non lo so. Durante il mese di aprile, quando la stagione è finita ho preso parte a un campo di allenament­o di dieci giorni con altri giovani ragazzi svizzeri di talento, desiderosi di intraprend­ere la carriera sportiva. E ho visto che al College devi sia studiare che allenarti, un sogno!”. “Grandissim­o! E come è andata?”. “Bene, tra tutti i partecipan­ti io ed un giocatore di Friborgo siamo stati selezionat­i per partire e partecipar­e a questo programma intensivo”. “E lo dici così? Guarda che c’è gente che pagherebbe oro per queste opportunit­à, sai quanti rosiconi ci sono in giro!”dice Ale ridendo. “Lo so, lo so, ma quello era il mio obiettivo sin dall’inizio. Ho preso parte con la speranza di farmi notare durante il gioco ed è successo, ancora non riesco a crederci”. “Immagino! A me quando hanno comunicato che potevo andare in America non ho dormito per una settimana. Penso che farai un grandissim­a esperienza, vedo che hai la fame giusta e sei molto motivato! Anche Giorgia quando me lo ha detto era molto contenta di questo tuo percorso – dice Ale. “Sì, sembra che un sogno si stia avverando, ma non è tutto oro ciò che luccica. Dovrei allenarmi sodo e sto avendo problemi per avere il ghiaccio durante il mese di agosto, prima di partire”. “In che senso? Non vorrai dirmi che non ti puoi allenare con la tua attuale squadra per il semplice fatto che andrai a cogliere una grandissim­a opportunit­à sportiva in America?” – chiede Ale basito. “Più o meno, sai, io ho un contratto con una società e devo rispettarl­o. E la partenza non aiuta”. “Capisco la questione del contratto, ma di nuovo non vedo il problema!” – replica Ale perplesso. “Vabbé dai, lasciamo stare, la cosa sembra si stia risolvendo per il meglio, grazie al mio vecchio allenatore potrò allenarmi per un mese con la sua squadra, senza correre il rischio di arrivare impreparat­o in America” – spiega Oliver speranzoso. “Ok, comunque ricorda che queste opportunit­à sono uniche e preziose, e nessuno dovrebbe ostacolarl­e in quel modo, pensa se un giorno dovessi diventare un giocatore della Nhl? Guarda che i sogni son desideri, e tu hai la stoffa per giocartela fino in fondo, poi se non va sarà comunque una grande esperienza!”.

‘Sto lavorando a un sito interament­e dedicato alla mia passione per l’hockey: vendo cover per cellulari e accessori in tutto il mondo. Creo dei design di cover con immagini di giocatori famosi. Guarda qui, da Las Vegas arrivano già i primi ordini!”.

“Sì, hai ragione, infatti in parallelo sto già coltivando la mia passione per l’informatic­a”. “Cosa stai combinando?” – chiede Ale. “Sto lavorando a un sito interament­e dedicato alla mia passione per l’hockey su ghiaccio, in cui vendo cover per cellulari e accessori in tutto il mondo. Praticamen­te creo dei design di cover con delle immagini di giocatori di hockey famosi e a modo mio le metto sulle cover del cellulare. Guarda qui, da Las Vegas arrivano già i primi ordini!” – mostra Oliver soddisfatt­o. “Ma dai? Questa è un’ottima idea, unisci l’utile al dilettevol­e, compliment­i! Non mi stupisce che dall’America arrivino ordini di acquisto, vedrai quando ci andrai, per lo sport nutrono una vera e propria passione e i gadget vanno a ruba!”. “Sì, ma c’è un problema tecnico…” – dice Oliver. “Di che tipo?”. “Quando ho iniziato il sito in forma amatoriale non ho pensato ad aspetti legali o altro, ma quando ha preso piede mi sono chiesto se tutto ciò fosse legale e sono arrivato alla conclusion­e che utilizzare le immagini di giocatori famosi potrebbe infrangere delle leggi legate al copyright”. “Vero! Questo è un aspetto che non puoi trascurare, ma guarda che tu non hai mica bisogno di usare le fotografie dei giocatori famosi!” – dice Ale catturando la sua attenzione. “Cosa vuoi dire? Non ti capisco!”. “Voglio dire che il tuo spirito imprendito­riale non deve fermarsi davanti a questo ostacolo, perché con l’esperienza che andrai a vivere tra poche settimane, potrai rendere la tua piccola impresa ancora più forte e redditizia, slegata da questo vincolo tecnico!” – spiega Ale. “Non ti seguo, spiegati meglio”. “Ok, allora sarò ancora più chiaro. Perché non apri una sezione sul tuo portale web in cui vendi cover dei ‘saranno famosi’?”. “Ma chi vuoi che le compri le cover con sopra fotografie di giocatori sconosciut­i?” – chiede Oliver di nuovo. “E qui ti sbagli. Io non parlo di giocatori sconosciut­i, io parlo di giocatori di talento che sono stati selezionat­i da un College prestigios­o americano. Mica roba di tutti i giorni”.

“Ah, non ci avevo pensato. Potrei provare...”. “Ora non lo puoi sapere, ma appena metterai piede al College vedrai la schiera di ragazze che seguiranno i vostri allenament­i, in America sono pazzi per lo sport. C’è un seguito pazzesco! Ci sono le confratern­ite in cui tutto diventa virale e molto seguito. Dove pensi sia nato Facebook?” – aggiunge Ale. “Mica male, l’idea mi piace, ma non sarà facile realizzarl­a”.

Perché non apri una sezione sul tuo portale web in cui vendi cover dei ‘saranno famosi’? Giocatori di talento che sono stati selezionat­i da un College prestigios­o americano. Mica roba di tutti i giorni.

“Questo è vero, ma mica vai a raccoglier­e fiori in America, vai ad allenarti come mai prima e in mezzo a ragazzi affamati come leoni, non dirmi che ti spaventa questa piccola variante del sito?”. “Hai ragione, non mi costa nulla. Aprirò una nuova sezione sul sito e poi vedrò che fare”. “Attento però, perché le cose negli States vanno molto velocement­e. Devi essere preparato. Sai cosa dovresti fare per non imbatterti più nel problema del copyright?”. “No, che cosa?”. “Appena arrivi, dopo la prima festa che farete tutti insieme, parli ai tuoi amici del tuo sito e chiedi loro di poter fare delle foto. Sicurament­e banalizzer­anno la cosa senza dargli troppa importanza. Gli chiedi di poter scattare qualche foto al termine degli allenament­i o nel tempo libero, e quando vi ritrovate a mangiare big hamburger nei fast food americani gli fai scrivere e firmare su un tovagliolo di carta che le foto che hai fatto le potrai usare nel tuo sito per i prossimi venti anni”. “Ah, un po’ come è successo a Messi col Barcellona?” – dice Oliver ridendo. “Sì, più o meno. In questo modo otterrai il loro esplicito consenso e avrai diritto a usarle investendo su di loro. Quindi, se diventi famoso le foto saranno le tue, se invece diventano famosi loro avrai il diritto di usare le loro immagini sulle cover che vendi. Che ne dici?” – chiede Ale sorridendo. “Però, non ci avevo pensato. Anzi, sai cosa faccio, sul sito farò diversi modelli di acquisto delle cover” – dice Oliver pensieroso. “In che senso?”. “Nel senso che se la cosa prende piede, le cheerleade­r non solo saranno interessat­e a comprare la cover del loro idolo preferito, ma se vogliono, pagando una piccola quota aggiuntiva, al termine delle partite potranno venire a bordo campo per un selfie col campione che io trasformer­ò velocement­e in cover” – spiega Oliver sognando. “Sagace! Così si fa, in fondo in America tutto è possibile, soprattutt­o quando il talento fa impresa!”. “Speriamo! Intanto inizio a procurami un po’ di tovaglioli di carta...” – conclude Oliver ridendo.

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Questione di passione
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Alessandro Trivilini

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