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Permesso B, i limiti della vita privata

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Losanna – Per togliere il permesso di dimora a uno straniero residente in Svizzera da 10 anni servono motivi gravi, poiché la persona è da ritenersi integrata e con stretti legami. È quanto emerge in una sentenza pubblicata ieri dal Tribunale federale (Tf). Questa regola deve essere però applicata caso per caso, poiché alcuni individui possono essere poco integrati dopo 10 anni, mentre altri possono avere una fitta rete sociale nel Paese dopo minor tempo. Nel caso concreto, un argentino oggi 41enne nel 2004 ha sposato una cittadina tedesca, con permesso di dimora in Svizzera. Si è quindi trasferito nella Confederaz­ione tre anni dopo con un permesso limitato a cinque anni. La coppia si è separata nel 2008 e ha divorziato nel 2011. Le autorità di Zurigo hanno iniziato la procedura per togliere il permesso, ma grazie a una relazione con una cittadina elvetica tutto è stato fermato. Anche questo rapporto è però finito e nel 2016 è stato respinto un ulteriore prolungame­nto. Nel ricorso al Tf, l'argentino ha fatto leva sull’articolo 8 della Convenzion­e europea per la salvaguard­ia dei diritti dell'uomo (Cedu), che garantisce la protezione della vita privata. I giudici di Losanna hanno approvato questo punto di vista con tre voti contro due. Nel caso dell’argentino, che dopo tanti anni ha stretti legami in Svizzera, serve un motivo concreto per non rinnovare il permesso di dimora. Una sua permanenza nella Confederaz­ione è positiva per l’interesse economico generale e una limitazion­e dell'immigrazio­ne non è sufficient­e per rifiutare il rinnovo. Sarebbe infatti sbagliato togliere una persona qualificat­a alla sua azienda.

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