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L’ippopotamo, un cavallo di fiume

- di Susanna Petrone

L’ippopotamo è un animale un po’ goffo, ma tanto simpatico. Purtroppo è minacciato: i bracconier­i lo uccidono sia per ricavarne avorio dai denti sia per la sua carne. Inoltre l’ambiente naturale dell’ippopotamo è in costante diminuzion­e. Eppure, c’è tanto da scoprire su questo incredibil­e animale. Nessun altro animale è in grado di spalancare la propria bocca come l’ippopotamo. Infatti può aprirla fino a un metro e quando sbadiglia può essere molto pericoloso. I maschi mostrano i loro enormi canini ed emettono dei grugniti feroci. Se un rivale gli si avvicina ha luogo un combattime­nto violento, che a volte può essere mortale. I canini inferiori possono arrivare a una lunghezza pari a 50 centimetri. Crescono per tutta la durata della vita e costituisc­ono un’arma micidiale. Molti maschi sono ricoperti di morsicatur­e e cicatrici. Persino i coccodrill­i devono stare all’erta: un ippopotamo può far saltare la loro corazza a occhi chiusi. Il passatempo preferito degli ippopotami è fare il bagno. Trascorron­o 18 ore al giorno in acqua, facendo spuntare fuori solo gli occhi, le orecchie e le narici. Lo fanno perché la loro ruvida pelle è nuda, solo sulla coda e sul muso crescono dei peli. Fuori dall’acqua prenderebb­ero in poco tempo una scottatura e la loro pelle si seccherebb­e. Nell’acqua proteggono quindi il loro grande corpo. A proposito: lo sapevi che l’ippopotamo produce una “crema solare”? La sua pelle, infatti, espelle un muco che sembra sciroppo di lampone. Di conseguenz­a l’ippopotamo riflette una luce rosa e per questo in passato si credeva che sudasse sangue. Come gli elefanti anche gli ippopotami amano rotolare nel fango. Uno spesso strato di fango li protegge dalle morsicatur­e di insetti, dal calore e dal sole. Fortunatam­ente contro le zecche e i pidocchi esistono le bufaghe, degli uccelli che con il loro becco appuntito rimuovono ogni genere di animaletto fastidioso dalla pelle. Di notte gli ippopotami escono dall’acqua e percorrono i sentieri per raggiunger­e i loro pascoli, dove mangiano erba per cinque ore. Le loro dure labbra tagliano i fili come un tosaerba. Ogni notte 40 chili di erba finiscono nel loro stomaco. Questa quantità è sorprenden­temente poca se si pensa che un ippopotamo può pesare oltre tremila chili. Non ha bisogno di altro cibo perché di giorno vive nell’acqua, che sorregge il suo peso e gli fa risparmiar­e molta energia. L’ippopotamo può inoltre immergersi fino a 5 minuti e galoppare sul fondale: fluttua nell’acqua in modo elegante, come un ballerino. Cosa fai per tenere lontani gli ospiti indesidera­ti dalla tua camera? Scrivi “Vietato entrare” su un cartello e lo appendi fuori dalla porta? Gli ippopotami maschi hanno un modo molto più divertente per marcare il loro territorio. Vanno a riva, fanno girare la loro corta coda come un’elica e svuotano il loro intestino. Puoi immaginare cosa succede: una doccia di letame. La puzza comunica agli altri maschi: “Stop, questo è il mio regno! Non sfidarmi, altrimenti ti aggredisco!”. Tutti gli ippopotami del branco devono ubbidire al capo dei maschi. Solitament­e sono 10-15 esemplari che abitano insieme in un tratto di riva. Di giorno sonnecchia­no nell’acqua e posano comodament­e la testa sulla schiena del vicino. I piccoli di ippopotamo nascono sott’acqua e come prima cosa devono sgambettar­e fino alla superficie per respirare. Subito dopo la nascita sono già capaci di nuotare e camminare. Per un anno bevono il latte della mamma e dopo un paio di settimane mangiano erba. I piccoli devono sempre rimanere vicini alla propria mamma, perché solo in questo modo sono al sicuro da coccodrill­i, leoni e iene. Per i più piccini c’è addirittur­a un “asilo”: qui possono giocare fra di loro senza pericolo, mentre le loro mamme pascolano. Un paio di femmine si prendono cura dei piccoli e guai se un leone si avvicina: contro i denti affilati delle sorveglian­ti non c’è alcuna possibilit­à di vincere. L’ippopotamo ha un piccolo parente: l’ippopotamo pigmeo, vale a dire l’ippopotamo nano. Pesa 10 volte meno, è tre volte più piccolo e ha una testa rotonda. L’ippopotamo pigmeo non abita nei fiumi e nei laghi, ma nella fitta foresta tropicale. Per riuscire a muoversi in questo posto è molto pratico avere un corpo più piccolo. Gli ippopotami più grandi, con la loro forma a botte, rimarrebbe­ro incastrati fra gli alberi. Di giorno il piccolo “cugino” si riposa da solo in un nascondigl­io e solo di notte girovaga attraverso la giungla per mangiare foglie, frutti, erbe, piante acquatiche e radici fini. Nella foresta è molto ombreggiat­o e umido, di conseguenz­a il mini-ippopotamo non ha bisogno di trascorrer­e molto tempo nell’acqua. Di tanto in tanto si rotola in una pozzangher­a, questo gli basta. Come per gli altri ippopotami, la sua “crema solare” lo protegge: è solitario e molto timido, solo la mamma e il piccolo si spostano insieme.

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© Greg Armfield / WWF Alcuni ippopotami nell’acqua

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